Tanti sono i turisti che salgono il Colle individuandone il punto finale sotto la scritta, ignorando che da li a pochi metri sarebbe possibile accedere al luogo leopardiano per eccellenza e godere degli infiniti spazi con un panorama mozzafiato.
Eppure quella cancellata in ferro se ne sta lì bella chiusa quando aprirla (ed indicarla) consentirebbe una visita che risulterebbe gradita agli amanti del poeta.
Così come meriterebbe una sistemata la passeggiata che costeggia l’alto muro del Santo Stefano e collega il Colle alla Piazzuola Sabato del Villaggio.
Mancano tra l’altro indicazioni che da un punto suggeriscano cosa c’è da vedere dall’altra parte passando davanti al Centro Nazionale Studi Leopardiani, alla ricostruzione dell’originario sacello che ospitò in San Vitale le spoglie del poeta prima di finire nel cimitero colerico.
Anche lo stesso parco del Colle dell’Infinito ha bisogno di una serie di interventi per ridargli lo smalto dei giorni migliori.
Un parco frequentato diventa anche deterrente per chi lo scambia per un campo di battaglia e di espressione di inciviltà.