ugolino_panichi-monumento_a_giacomo_leopardiIl 29 Giugno é stata celebrata la nascita del nostro illustre concittadino: Giacomo Leopardi. Riteniamo importante ricordare il grande poeta anche per alcune sue riflessioni sul clima, argomento oggi più che mai attuale per la sua imprevedibilità. Giacomo é infatti particolarmente attratto - e ne scrive nello Zibaldone dei Pensieri - dalla possibile influenza del clima e della qualità dell'aria sul carattere degli uomini e delle popolazioni,sul loro organismo e sui costumi sociali. In questo senso il poeta sembra condividere pienamente un determinismo ambientale che, piuttosto in voga ai suoi tempi, ebbe in quelli successivi molte morti e rinascite. Nel Pensiero del 18 Novembre 1823, Leopardi descrive il clima delle Marche e il carattere dei marchigiani.

"Il carattere degli uomini é vario e riceve notabili differenze non solo da clima a clima, ma eziando da paese a paese, da territorio a territorio, da miglio a miglio; non parlando che delle sole differenze naturali. Ne' luoghi d'aria sottile, gl'ingegni sogliono essere maggiori e più svegliati e capaci, e particolarmente più acuti e più portati e disposti alla furberia. I più furbi per abito e i più ingegnosi per natura di tutti gl'italiani sono i marchigiani: il che senza dubbio ha relazione colla sottigliezza della loro aria. Similmente gl'italiani in generale a paragone delle altre nazioni. Mettendo il piede ne' termini della Marca si riconosce visibilmente una fisionomia più viva, più animata, uno sguardo più penetrante e più arguto che non é quello de' convicini, né de' romani stessi che pur vivono nella società e nell'uso di una gran capitale ... Gli abitatori de' monti differiscono notabilmente, se non di corpo, certo di spirito, carattere, inclinazione ec.  da quelli  degli stessi piani e valli lor sottoposte; i littorani da' mediterranei lor confinanti anche parlando delle sole differenze cagionate dalle diversità naturali de' luoghi ec. Infinito é il numero delle cagioni anche semplicemente naturali che producono differenze tra gli uomini e queste benché or maggiori or minori sempre notabili e più notabili assai che in niun'altra specie di viventi ,a causa dell'estrema conformabilità e modificabilità dell'uomo, e quindi suscettibilità di essere influito dalle cagioni anche menome di varietà, di alterazione, ec. che in altri esseri o non producono niuna varietà, o piccolissima ec. Le dette cagioni di varietà s'incrociano per così dire tra loro, perché il calor del clima produce un effetto, la grossezza dell'aria un altro contrario, e ambedue le dette cagioni s'incontrano bene spesso insieme; e così discorrendo.
Esse si temperano, si modificano, si alterano, si diversificano, s'indeboliscono, si rinforzano scambievolmente in mille guise secondo le infinite diversità loro, de' loro gradi e delle loro combinazioni scambievoli ec. ec. e altrettanti diversità, cioé infinite, e diversità di diversità, e tutte notabili,ne seguono ne' caratteri degli uomini. Queste osservazioni si applichino... a quelle sopra le differenze vere, cioé naturali, de' talenti, o innate, o acquisite e contratte naturalmente, e per cause e circostanze semplicemente naturali e indipendenti nell'esser loro dalle sociali, dagli avvenimenti ec. e che avrebbero operato ed operano per se stesse proporzionalmente anche negli uomini primitivi, né selvaggi ec. che operano ancora, benchè infinitamente meno, negli animali, piante ec. ec. a proporzione e secondo la loro suscettibilità, e la qualità e  il grado e le combinazioni ec. d'esse cause o circostanze ec. ec. ".


(Tratto dal libro "Il clima di Recanati- Dal Secolo di Leopardi agli eventi climatici del Terzo Millennio" di Rossano Morici e Redo Fusari)