di Francesco Fiordomo, sindaco di Recanati

"Le celebrazioni leopardiane rappresentano un’importante occasione di incontro, riflessione, approfondimento, sono un momento utile anche per ragionare sul percorso compiuto per diffondere in tutto il mondo la conoscenza del nostro grande concittadino e sulle iniziative che Recanati porta avanti e vuole incrementare per accogliere adeguatamente i tanti visitatori che durante tutto l’anno raggiungono il nostro colle.
Saluto e ringrazio gli ospiti, le autorità civili, militari e religiose che con la loro presenza rendono omaggio a Giacomo Leopardi e alla città di Recanati.

Rivolgo un pensiero particolare, carico di affetto e stima, per la contessa Anna Leopardi che per motivi di salute dopo tanti anni non è tra noi. Il suo impegno, la sua passione, la sua umiltà, la sua capacità di farsi amare dai recanatesi rappresentano per ognuno di noi un punto di riferimento significativo.
L’attivazione dell’ufficio di Informazione Turistica a San Pietrino, l’eliminazione del parcheggio selvaggio nella zona leopardiana sostituendo le auto con fioriere e panchine, la sistemazione di tutta la passeggiata leopardiana, hanno rappresentato i primi interventi per alimentare una nuova politica di accoglienza nel pieno rispetto dei luoghi e della gloriosa storia degli stessi. La Civica Scuola di Musica Beniamino Gigli ha trovato una suggestiva collocazione nel complesso di Santo Stefano e da qualche settimana le note degli allievi risuonano sul Colle dell’Infinito creando una atmosfera magica.
Il prossimo obiettivo è quello di realizzare parcheggi e servizi adeguati: l’amministrazione
comunale ha presentato un progetto che prevede l’utilizzo di un’area di proprietà del Centro Nazionale di Studi Leopardiani e siamo convinti che presto arriverà il via libera per procedere in modo spedito verso il raggiungimento di questo fondamentale obiettivo. Recanati vuole unire tradizione e modernità, vuole difendere gelosamente la bellezza dei luoghi e nel contempo affrontare a viso aperto la sfida di una cultura non ingessata, non elitaria, non fine a se stessa, ma che diventa fattore sociale, di aggregazione e di crescita per tutti, ed anche fattore economico, di sviluppo, di impulso, specie in questi momenti di crisi".