Sembrava che tra GPO (socio privato con il 21,31% delle quote azionarie) e la restante "governance" di comuni si fosse arrivati ad un accordo sul ruolo del direttore dopo che l'assemblea dei soci aveva deciso di rivedere alcune decisioni che la GPO aveva sin da subito contestato.

Ora si apprende che che GPO vuole recedere dall'azionariato (una liquidazione milionaria sulle spalle di ASTEA o dei comuni associati ..). La notizia è trapelata, come un fulmine a ciel sereno, dopo che il comune di Osimo da affidato un incarico legale "a seguito di inattese criticità nei rapporti con il socio privato che rendono necessari ulteriori anali e pareri in merito all'assetto della governance della società".

Ricordiamo che Osimo detiene il 39,59% del pacchetto azinario e Recanati il 24,13% mentre GPO il 21,31%. Quote minori gli altri comuni associati.

Forti le accuse che lancia il PdL sulla vicenda affermando che "GPO non è disposta ad accettare un amministratore delegato e presidente di una SPA che fattura 60 milioni di euro con la terza media".

Altre fonti invece affermano che siano mutate le strategie all'interno di GPO dove una componente che fa riferiento ad una società di Verona, preferisca recedere.

Al tempo dell'innesco della crisi nei rapporti tra soci, vennero poi accolte le istanze di GPO circa la facoltà di nomina del direttore generale ed il diritto di veto in assemblea per la governance dell'azienda. Ma pare che poi questo non sia stato sufficiente a recuperare la posizione del socio privato.

Situazione dunque estremamente fluida e che terrà banco per l'estate, preoccupando non poco ASTEA se dovrò far fronte al recesso con proprie fonti economiche, ma anche gli stessi comuni se saranno chiamati, in un periodo già di smagrite casse, a coprire in parte l'esborso.

nella foto la fresca campagna pubblicitaria ASTEA "abbinata" agli azzurri ai mondiali .....