90 anni fa, il 26 giugno 1920, la rivolta dei bersaglieri e del popolo di Ancona accorso in loro sostegno, contro l'invasione dell'Albania.

Fu una settimana di guerre vera e propria per le vie di Ancona con i bersaglieri della caserma Villarey in prima fila. Gli scontri, sedati a fatica dalle truppe inviate da fuori Ancona, reclamarono un pesante tributo di morti e feriti.

Tutto parte dai bersaglieri dell'XI° Reggimento in procinto di imbarcarsi per Valona. I militari si ammutinano e rifiutano di partire. Occupano la caserma e le vie principali della città e chiedono la solidarietà del popolo di Ancona che subito generosamente si porta al fianco dei soldati.

Furono giorni terribili che segnarono il destino di tanti degli insorti, tra questi il recanatese Monaldo Casagrande, indicato come uno dei capi della rivolta che assunse l'appellativo di "settimana rossa".

Tra i protaginisti dell'insurrezione, un muratore originario del rione San Vito, classe 1898, chiamato alle armi e da poco sposato. Di carattere "fumantino" non esita ad esporsi fino ad essere indicato come uno dei capi della rivolta,

Alla repressione seguente la rivolta, Casagrande sfugge, ma viene arrestato in fuga, a Genova. Processato a 7 anni, ne sconta solo 4 per effetto di un'amnistia di detenuti politici che Mussolini emana nel 1924 per sedare gli animi dopo il delitto Matteotti.

Casagrande torna a casa dove però la libertà si rivela un inferno subendo sempre più spesso le provocazioni ed intimidazioni delle squadracce fasciste.

Dopo una spedizione punitiva che lo coglie mentre lavora alla chiesetta fuori Porta d'Osimo, Casagrande decide di emigrare e si autoesilia in Argentina insieme alla moglie e dove morirà prematuramente nel 1950 per i postumi di un grave incidente.

Oggi la città di Ancona ricorderà quei drammatici giorni, i suoi protagonisti, semplici soldati e popolani che dissero no alla guerra.

Già a suo tempo la Regione Marche ha edito un libro su quei fatti, poco noti ai più ma che rappresentano però un'importante riferimento storico sulle prime "battaglie" contro ogni forma di conflitto.