1200 lavoratori in mobilità a 700 euro nella zona Recanati-Civitanova. Altri 800 sono senza lavoro e avendo terminato anche la copertura della mobilità.

Nei giorni scorsi sul sito internet del Resto del Carlino è apparsa una intervista a Marco Ferracuti della Cisl Macerata in cui sono emersi in tutta la loro drammaticità i dati sulla disoccupazione nel comprensorio Recanati-Civitanova.

Da www.ilrestodelcarlino.it dell’11 febbraio

Sono Civitanova e Recanati le 'capitali' della precarietà

La metà dei lavoratori in mobilità si trovano nel comprensorio costiero. Questo si spiega con la presenza nella zona dei settori che hanno accusato la crisi peggiore, come il calzaturiero, il metalmeccanico e il commerciale

Il territorio di Civitanova-Recanati detiene un triste record dei lavoratori in mobilità rispetto a tutta la Provincia.

"Se la dividessimo in tre parti considerando il capoluogo e dintorni, l’entroterra (Camerino, Tolentino e San Severino) e appunto il comprensorio Civitanova-Recanati — dice Marco Ferracuti, segretario provinciale della Cisl —, potremmo constatare che più della metà dei lavoratori in mobilità si trovano in quest’ultimo: ben 1.190 su un totale, censito alla fine del 2007, di 2.300. Lavoratori i cui redditi viaggiano attorno ai 700 euro".

"Questo — continua Ferracuti (nella foto) — si spiega anche con la presenza nella zona dei settori che hanno accusato la crisi peggiore e più prolungata, come il calzaturiero, il metalmeccanico e il commerciale". Altro aspetto preoccupante è anche la ricollocazione nel mondo del lavoro di chi viene licenziato.

Sono sempre di più i lavoratori che si ritrovano ad uscire dalla lista di mobilità per decorrenza dei termini (80%), piuttosto che per aver trovato un altro lavoro. "In cifre assolute — spiega ancora il segretario Cisl — si può affermare che su 1.190 lavoratori ce ne sono circa 800 che non sono in lista perché non hanno trovato lavoro".

"Quelli che sono stati licenziati negli anni passati e che sono a casa a reddito zero sono circa 2 mila. Una cifra mostruosa, duemila famiglie in queste condizioni. Ecco perché aumenta il consumo del latte e c’è un abbassamento del 30% dello scontrino medio...".