La scuola media “Patrizi” è sempre più impegnata nella realizzazione di progetti comunitari. A fine gennaio si è tenuta una visita preparatoria del progetto europeo di tematica interculturale “Noi Europei: conoscere per convivere”, con la presenza di tre docenti lettoni e due portoghesi; mentre in questi giorni, la scuola ha ospitato l’incontro progettuale-Comenius denominato: Eleves, Europe, Educationâl, con la presenza di nove docenti romeni, sei inglesi, cinque polacchi e due greci.

Sono già  trascorsi quattro anni dalla nascita e dall’avvio del Progetto Comenius, quando, nel 2004, una maestra recanatese si è candidata per partecipare ad un incontro internazionale con altri insegnanti europei a Bruxelles, fondando solide radici per un rapporto di collaborazione ed interscambio con scuole di altri paesi.
Nell’ambito del progetto comunitario, giunto al secondo anno, si offrono confronti su tematiche di grande attualità  e rilevanza formativa, quali il regolamento per gli alunni, e di conseguenza tutti quegli interventi preventivi nei confronti del bullismo e degli atti vandalici, gravi piaghe contemporanee che minano molto spesso l’ambiente scolastico e che vengono sempre di più segnalati dagli organi di informazione. Con il termine “bullismo”, ormai diffuso e noto a tutti, si indica un fenomeno sociale tipico delle classi scolastiche, in cui uno o più adolescenti perseguitano sistematicamente e con intenzionalità , con diverse pratiche, un ragazzo più debole.
Il bullismo è caratterizzato da forme di prepotenza sistematiche ed intenzionali e, solitamente, da una asimmetria fra bullo e vittima. Molto spesso, specialmente da parte dei mass-media, il termine viene anche usato in maniera più ampia e generica, per riferirsi al teppismo e al vandalismo da parte degli studenti. Quando si verificano episodi del genere, e quindi comportamenti con i quali un singolo o un gruppo tenta di umiliare o dominare una persona o un altro gruppo, vi è spesso l’intenzione di recare del male all’altro, disturbandolo, insultandolo, picchiandolo o danneggiando le sue cose.

Di solito nelle scuole il “bullo”di turno intimorisce la sua vittima, il capro espiatorio, quando si trova lontano da occhi adulti, magari durante la ricreazione o nei bagni, e per questo è assai importante per gli insegnanti sapere come scoprire, intervenire ed affrontare il problema, non solo sotto l’aspetto educativo, ma anche sociale. Grazie a programmi culturali di interscambio internazionale come questi proposti e realizzati dalle scuole, e, in questo caso, dalla media “Patrizi”, si aprono suggerimenti e sollecitazioni per gestire interventi concreti per una cittadinanza attiva e responsabile.