Di Ivo Costamagna,(Segretario Prov.le P.S.I. Macerata) e Gianni Bonfili (Direzione Prov.le PSI, Recanati)
Con questa Legge i lavoratori hanno potuto finalmente esercitare, senza rischiare misure repressive,fondamentali diritti di libertà necessari per un giusto equilibrio tra le parti protagoniste del rapporto di lavoro.
Logica tipica di un riformismo maturo e moderno, che ha largamente caratterizzato il centro-sinistra di quegli anni.
Chiusure spiegabili soltanto con un miope settarismo, con un viscerale ed irragionevole antisocialismo, che tanto danno hanno portato alle sorti della sinistra del nostro Paese e che, purtroppo, anche se con minore virulenza, sussistono ancora, indussero allora il P.C.I. a non votare quella Legge in sede parlamentare.
Vicende altamente divisive e dolorose che, per onestà intellettuale, una sinistra, sindacale, culturale e politica, davvero riformista, almeno dopo 40 anni dovrebbe risanare senza mezzi termini con un palese riconoscimento della verità storica, cosa che ancora non abbiamo ritrovato nell'impostazione complessiva del Convegno organizzato da CGIL ed Istituto Gramsci delle Marche.