Bastano cinque anni di mandato in consiglio regionale e scatta un sostanzioso vitalizio che dura tutta la vita.

In questi giorni un consigliere del PdL, Giancarlo d’Anna, ha sollevato la questione di questa “previdenza”, chiedendone l’abrogazione. Ovviamente timidi sono stati i riscontri e tra l’altro sia nel centro destra che nel centro sinistra, tanto che la proposta è stata tacciata di un mero tentativo di crearsi visibilità per poi venire affossata in aula da ambo gli schieramenti.

Ne beneficiano al momento quattro ex consiglieri regionali di Recanati (di cui due hanno avuto anche funzioni di assessore regionale), e la vedova di uno dei consiglieri.

Nella fattispecie si tratta di Lorenzo Marconi (all’epoca eletto nella DC, ed anche assessore regionale) con un vitalizio di 4.849 euro; Elio Capodoglio (all’epoca eletto nel PSI, ed anche assessore regionale), con un vitalizio di 4.849 euro; Carlo Latini (all’epoca eletto nel PDUP), con un vitalizio di 4.364 euro; Ferdinando Foschi (all’epoca eletto nel PPI) con un vitalizio di 2.051 euro; Frogioni Tomassina 1.454 euro (vedova del consigliere Claudio Corvatta, eletto nel PCI).

Questo vitalizio scatta comunque solo al compimento del 60° anno di età ed è cumulabile senza problemi e trattenute ad altre pensioni. Dura per tutta la vita, ne beneficiano anche gli eredi, e bastano cinque anni di mandato versando però il 20% dell’indennità di carica.

Sui bilanci della Regione questo vitalizio pesa per 333.000 euro mensili, 4 milioni annui.

Vedremo come reagirà l’aula di fronte a questa proposta di eliminare questo “benefit”, dibattito che sarà sicuramente seguito anche dagli attuali beneficiari