Un esposto alla Corte dei Conti sulla vericidità o meno degli atti contabili del comune di Recanati ed una querela per diffamazione nei confronti del PD per i contenuti del manifestone gigante in cui si accusa la precedente amministrazione di avere provocato uno sconquasso finanziario.
Saranno le prossime mosse, forse qualcuna già concretizzata in queste ore, da parte dell’ex sindaco Fabio Corvatta, insieme ad altri esponenti della vecchia amministrazione, ed annunciate in una conferenza stampa, tenutasi in tarda mattinata a Macerata, presente anche il capo gruppo della lista Per Recanati, Simone Giaconi.
Una conferenza stampa in cui è stata anche, neanche tanto velatamente, sollevata la questione morale a carico del sindaco e di due suoi assessori, su aspetti che richiederanno anche in questo caso l’attenzione della Corte dei Conti.
In pratica ancora una volta lo stato dei conti pubblici del comune è oggetto di polemica, solo che questa volta i toni si alzano e non poco.
“Mi auguravo da parte della nuova amministrazione –ha detto Corvatta- un’azione di buon senso dopo il dirompente articolo del Washington Post sullo stato delle economie delle casse pubbliche cittadine. Invece mi sono trovato sottoposto ad una campagna di criminalizzazione che oltre che aumentare il già non indifferente danno alla città, diffama diverse persone con dati falsi, e mi riferisco a quelli apparsi sul mega manifesto del PD, avvalorati però da amministratori dell’esecutivo Fiordomo con delle dichiarazioni, che però alla verifica dei fatti, e cioè delle delibere, si smentiscono da soli”.
“Siamo di fronte ad una iniziativa di disinformazione e diffamazione –prosegue Corvatta- degna del peggior comunismo di ispirazione stalinista. Siccome siamo in Italia, non possiamo essere uccisi, internati in un gulag, ma distrutti sul piano dell’immagine si. Artefici, soggetti in miniatura del comunismo locale, che neanche si avvicinano per elevatura politica ai veri grandi comunisti che ha avuto il paese”.
Corvatta esibisce una lettera del comune che il collegio dei revisori dei conti il 20 luglio 2009 gli indirizza come sindaco uscente al passaggio delle consegne, in cui si dichiara che dagli atti ufficiali i bilanci sono i regola.
“Cosa è successo allora dopo la mia uscita di scena? Il consuntivo 2009 è stato approvato di recente anche da questi amministratori ed emerge che per il decimo anno consecutivo è stato rispettato il patto di stabilità. Allora o sono falsi tutti gli atti assunti prima e dopo la mia successione, oppure è falso quanto afferma il manifestone del PD. E qui la cosa si fa intrigante perché nei sette mesi dopo l’insediamento di Fiordomo vengono assunte variazioni positive di bilancio, non emerge alcun disavanzo, si certifica lo stato di equilibrio e il patto di stabilità, tutto in atti deliberati in consiglio comunale e giunta. E adesso improvvisamente il PD fornisce una visione catastrofica”.
“Allora –prosegue Corvatta che ostenta con decisione decine di atti ufficiali- invierò una diffida formale al sindaco, al segretario comunale, alla ragioneria del comune, alla Corte dei Conti circa il fatto se rispondono al vero gli atti di bilancio del comune. Alla Corte dei Conti chiederò di intervenire direttamente con una indagine, nominando tra l’altro un commissario per la gestione del bilancio. Alla fine o sono falsi gli atti di bilancio del comune, dove non emerge uno stato di dissesto, o sono false le affermazioni del PD sul manifestone, e per questo la querela”.
“In campagna elettorale –prosegue Corvatta- hanno usato la stessa tecnica di disinformazione e per questo presto saremo in città a spiegare punto su punto quello che sta accadendo a me e ad altri ex amministratori”.
Ma Corvatta le bordate finali le riserva al sindaco e ad almeno due esponenti della sua giunta. Non si dimentica nemmeno di “benedire” chi lo ha abbandonato ed è passato sul carro del vincitore.
Anche qui produce delibere ed atti che trasmetterà alla Corte dei Conti relativi a forniture e prestazioni che, a sua detta, coinvolgono parenti degli stessi amministratori.
“Alla Corte dei Conti –prosegue Corvatta- invieremo delle delibere che riguardano forniture per 130.000 euro, per una convenzione per prestazioni senza pubblica evidenza concorsuale, per 60.000 euro per un’associazione, tutti atti che coinvolgono congiunti di esponenti della giunta. Ed è strano che improvvisamente si trovino tanti soldi quando si dice che le casse sono disastrate. Il sindaco dice che dovrebbe passare tutta la giornata dai carabinieri se desse seguito alla marea di richieste di pagamento che arrivano sul suo tavolo. E ciò farebbe pensare a debiti decennali. Strano che però si liquidi subito una ditta che fa dei lavori a dicembre, già a gennaio. Si parla di debiti fuori bilancio in maniera impropria circa questi creditori che bussano in comune e una rilettura della procedura del riconoscimento del debito è opportuna ”.
Corvatta è un fiume in piena, ripropone l’interrogativo su se sono falsi gli atti ufficiali o dice il falso il PD, e affida a Simone Giaconi, capo gruppo della lista Per Recanati, la chiusura: l’esibizione di un documento, una bolla di accompagno di una tipografia, intestata al comune di Recanati come ricevente, relativa ai manifestoni giganti del PD e a qualche migliaio di volantini sul tema.
“Firma il PD ma paga il comune?” si interroga Giaconi. Altro materiale per la Corte dei Conti.