Una volta a Roma, ai piedi di una statua, ma più spesso al suo collo, si appendevano nella notte fogli contenenti satire in versi, diretti a pungere anonimamente i personaggi pubblici più importanti. Erano le cosiddette "pasquinate", dal nome della statua, dalle quali emergeva, non senza un certo spirito di sfida, il malumore popolare nei confronti del potere e l'avversione alla corruzione ed all'arroganza dei suoi rappresentanti. Nacque così la figura di “Pasquino” che il potere papalino non riuscì mai ad acciuffare.
Erano tempi di carta, inchiostro e penna e di audacia notturna.
Nella sua storia Recanati di “pasquini” ne ha avuti tanti (e tutti rimasti ignoti). Magari loro rispetto al “papalino Pasquino” alla penna sostituirono la macchina da scrivere e ricorsero alla fotocopiatrice, sostituendo a volte le taglienti parole a delle impertinenti vignette.
Ma lo scopo era sempre lo stesso esternare il malumore.
Ora il progresso costringe i “nuovi pasquini” ad adeguarsi e così smanettare sui PC e … irrompere su Facebook.
E sul principale social network ha fatto la sua comparsa un Pasquino recanatese che ha assunto l’identità di “il fustigatore” (nella foto a dx l'immagine scelta per .. mimetizzarsi) e dalla sua prima uscita vanta già centinaia di “aficionados”, per ora solo .. 737!
Nel suo profilo si legge “ho solo una missione, randellare, fustigare, frustare chi deturpa l’immagine di Recanati (detto tra noi … questo è un libero spazio di satira … lo hanno capito tutti … tranne quelli del PD!!!)”.
E si perché alcune sue “randellate” lo hanno escluso dalla lista degli amici del gruppo amici dell’amministrazione comunale. E lui si è risentito.
Nel suo randellare “il fustigatore” si indigna per la Lega, denuncia una lapide che si poteva evitare di installare al cimitero, solleva la questione di una famiglia di macedoni alla fame che vive della carità dei recanatesi e del disinteresse del comune, si fa interprete del disagio dei discendenti di quel Casagrande di Recanati che morì in esilio dopo aver portato alla rivolta dei bersaglieri nel 1920 ad Ancona ed i cui parenti vorrebbero intitolare una via (ed il comune nicchia perché non sa chi sia quell’anarchico con le piume …).
Ma l’elenco delle doglianze è lungo e gli amministratori non sono certamente risparmiati. Anche se dice che "sono giovani, ma qualche cazzata la fanno". Non risparmia neppure Corvatta e a fronte dei debiti lasciati non nasconde sia il caso di tenersi Fiordomo.
Non ci resta che attendere le prossime "nerbate".
Intanto impazza il toto-fustigatore. Ma chi sarà questo nuovo Pasquino? Sicuramente una persona molto, molto, molto informata ed introdotta. Un malpancista del PD?
Negli anni bui della repressione papalina non ci riuscirono i pontifici a dargli un volto, nei tempi di una cruda battaglia politica a Recanati neanche i carabinieri fecero centro. Oggi ....