Di Silvana Magini, coordinatrice Tribunale Diritti del Malato-Cittadinanzattiva
La direzione ospedaliera, di concerto con il direttore del dipartimento chirurgico e, naturalmente, con il direttore dell’ASUR, Morosini, ha emanato nuove disposizioni per l’attività chirurgica del “S. Lucia”, che sospendono il servizio dalle 20 del venerdì alle 8 del lunedì.
Sono state date istruzioni precise per la riuscita del nuovo assetto che hanno destato la nostra preoccupata attenzione e che proponiamo ai lettori con osservazioni.
Dalle ore 20 del venerdì alle ore 8 del lunedì gli utenti-pazienti che lamentano problemi di ordine chirurgico, dopo la consulenza specifica (una unità medica in pronta disponibilità), se verranno dichiarati casi urgenti saranno trasferiti all’ospedale di Civitanova, se dichiarati non urgenti rimarranno in osservazione presso il nostro ospedale. Si vorrebbe sapere che cosa significa unità chirurgica di pronta disponibilità, esempio classico di discorso burocratico per non fare chiarezza, se il sanitario è disponibile in sito, cioè se è presente in ospedale o se sta a casa sua, in questo caso quanto tempo occorrerà perchè si visiti il malato con urgenza, non differibile in gergo burocratico.
La direzione ospedaliera, artefice delle nuove norme, esige che la chirurgia di Recanati predisponga attentamente gli interventi tenendo conto della durata delle degenza post operatoria al fine della dimissione il venerdì entro le 20. Ma questi signori, se non fosse che chi è sottoposto ad intervento chirurgico è un essere umano, farebbero ridere e invece fanno piangere. Gli stessi, così solerti nel risparmiare a danno degli utenti, si rendono conto della sofferenza del malato, non differibile, nell’essere trasportato da un ospedale all’altro solo perché so deve chiudere un reparto nel fine settimana? Ma come si fa a pianificare gli interventi tenendo come massima accortezza le dimissioni del venerdì? Le complicanze, anche gravi, possono insorgere alle 19.50 del venerdì in pazienti operati magari il lunedì …
Le dimissioni, nel caso non fossero possibili per sopraggiunte complicanze vengono rimandate e i malati restano in posti letto disponibili nell’ospedale, in massimo di 6, per ora in chirurgia con un solo infermiere. Un infermiere che si trova ad operare in un reparto molto grande, in completa solitudine, non è il massimo per la decantata sicurezza!
Fino ad un massimo di 6! Qui non ci si sta con la testa! E se le complicanze riguardano più di sei pazienti? E se le complicanze fossero tanto gravi da non poter essere posto in osservazione ma affidate alle vere e proprie cure del reparto chirurgico? Naturalmente si viene trasportati a Civitanova.
Noi del Tribunale per i Diritti del Malato, avendo letto e studiato le disposizioni, pensiamo che l’obiettivo della pessima riforma sia quello di incrinare la fiducia dei cittadini recanatese nei riguardi del reparto di chirurgia, poiché, a conti fatto, non viene garantita la seria totale presa in carico dell’operato per via della priorità al risparmio del venerdì alle 20.
Cittadinanzattiva vuole sapere, poiché gli compete quale rappresentante degli utenti, qual è il risparmio di tale operazione.
Perché il direttore generale, anziché pubblicare il giornalino aziendale in carta patinata con le fotografie, tra l’altro sempre dei soliti personaggi, non ha indetto una consultazione cittadina spiegando bene ai recanatesi?
Per finire, cosa che spesso diciamo, si potrebbe risparmiare assai, anziché tagliando servizi essenziali, riducendo gli stipendi e le prebende di tutti i politici regionali, di tuti i vari dirigenti amministrativi e sanitari, soprattutto eliminando i direttori di zona, di squisita nomina partitica.
Da ultimo ricordiamo ciò che dice il piano sanitario regionale 2007/9, tutt’ora attuale, di cui la normativa del nuovo assetto non tiene conto, (pagina 31), “la rete ospedaliera esistente deve essere potenziata, assicurando una presenza quanto mai capillare e diffusa sul territorio”.