Per il coordinamento Marche Associazione per la Tutela del Paesaggio,

Paolo Pennacchietti

Almeno dagli anni 70 si parla della necessità di collegare rapidamente la costa all’entroterra nella valle del Potenza Questo bisogno, per quanto sentito, per anni è stato oggetto di dibattito solo nei periodi elettorali.

E’ chiaro che si può convenire sulla necessità di migliorare la viabilità della vallata perché questo agevolerebbe la fluidità del traffico e aumenterebbe la sicurezza di tutta la zona.

Ma perché costruire una mega superstrada come prevede il progetto presentato dalla Provincia di Macerata?

I costi pubblici sarebbero enormi, come enormi sarebbero i danni ambientali che la nuova infrastruttura viaria provocherebbe nella vallata.

Vista l’imponenza dell’opera come è stata presentata; sopraelevata a sei corsie con pedaggio a pagamento sembrerebbe una struttura utile per zone altamente industrializzate, a supporto di piattaforme logistiche per la distribuzione delle merci,  sicuramente con condizioni diverse della vallata del Potenza.

Inoltre, lo sviluppo economico non ne sarebbe avvantaggiato, vista  la presenza  di aziende leader a livello Nazionale e Internazionale che sono cresciute ugualmente senza la presenza della superstrada.

Considerando i danni superiori ai benefici per l’opera proposta, l’alternativa potrebbe essere la realizzazione di varianti che evitino l’attraversamento di zone critiche come: Sambucheto e Romitelli, garantendo scorrevolezza al traffico veicolare anche pesante, sicurezza agli abitanti delle frazioni, basso impatto paesaggistico e ambientale, oltre all’enorme risparmio di risorse economiche pubbliche.

Infine, è grave che si proponga la costruzione di una struttura certamente sovradimensionata senza che essa sia inserita nel Piano Territoriale di Coordinamento(PTC) e nel Piano di Inquadramento Regionale (PIT),  ad ulteriore  dimostrazione della inutilità della cosa.

Questa operazione, che si spaccia come fattore di progresso e crescita, altro non è che il proseguimento di un modello di sviluppo superato e che ha prodotto danni incalcolabili in termini di abuso del territorio anche nella Regione Marche, oltre che  colpevolmente miope perché non si preoccupa dei costi sempre meno sopportabili  dalla collettività, per lo sfruttamento delle risorse energetiche non rinnovabili a fronte di vantaggi risibili in termini di velocità, considerando che gli stessi vengono imposti a tutela della sicurezza delle persone.

Politicamente è un chiaro atteggiamento di sottovalutazione delle comunità locali non coinvolte nelle decisioni e che continua sulla scia della Quadrilatero, espropria i cittadini del posto costringendoli magari ad ulteriori sacrifici economici,  rinunciando ad altri investimenti più produttivi per l’intera collettività.

Sorge il dubbio che la superstrada sia lo strumento come in altre occasioni per valorizzare i terreni confinanti con la stessa. Questa eventualità darebbe un colpo mortale alla produzione agricola di qualità che nella valle è già una bella realtà e creerebbe un ulteriore danno incalcolabile al paesaggio.

Da un governo che ha in considerazione la tutela del territorio ci si attenderebbe, invece, una politica di interventi sulle infrastrutture che favoriscano lo sviluppo sostenibile attraverso una programmazione di area vasta  che preveda  la riorganizzazione della mobilità delle merci e delle persone verso soluzioni sempre più eco-compatibili.

Approvato all’unanimità dal coordinamento regionale per la tutela del paesaggio all’incontro di Recanati del 1 febbraio 2008.