Una perizia alleggerirebbe la posizione del medico del pronto soccorso del “S. Lucia” dall’accisa di omicidio colposo per la morte di un 78enne del luogo, Alessandro Mancinelli, deceduto per un aneurisma. Il sanitario in servizio, il dott. Marco Rossi, era stato rinviato a giudizio con l’accusa che l’imputato non avrebbe diagnosticato tempestivamente l’aneurisma che il giorno dopo avrebbe causato la morte del paziente.
Tutto
prende il via la sera del 5 ottobre 2003 quando al Pronto Soccorso arriva il
Mancinelli con dolori alla schiena causati da una lombosciatalgia, Il medico
prescrive un’ecografia che viene effettuata il mattino seguente, alle ore 9
esame da cui emerge un aneurisma all’aorta in fase di rottura. Immediato il
trasferimento alle Torrette dove però il paziente arriva in gravi condizioni.
Si tenta subito un’operazione ma sopraggiunge invece il decesso.
Il ritardo nella diagnosi è per i familiari la causa della morte e denunciano,
assistiti dall’avv. Smigliani, i fatti alla Procura.
Il perito del Pubblico Ministero redige una perizia che individua responsabilità nel medico.
Il collegio di difesa del medico (avv. Governatori e Formica) ottengono una nuova perizia, affidata ad un perito questa volta però indicato dal GIP. Questa perizia ridimensiona la tesi accusatoria.