Vitangelo Lisei, l’uomo protagonista suo malgrado del “fattaccio” dei due colpi di pistola esplosi dalla vigilessa Anna Brandoni, si è affidato allo studio legale di Federico Valori di Macerata ed attraverso il legale ha dato la sua versione dei fatti nonché annunciato che procederà contro la donna per il danno psicologico che ha subito.
“Siamo convinti che l’atto della vigilessa era premeditato –commenta l’avv. Federico Valori- e agiremo per il ristoro del dannno. Il giorno del fatto il mio assistito è andato al bar di Piazzale Europa per un caffè ed una sigaretta e la vigilessa lo ha affrontato mentre andava all’auto uscendo dall’esercizio pubblico. A qual punto la Bandoni ha iniziato a dirgli …lasciami stare, te la farò pagare … mentre il mio cliente gli chiedeva il motivo di tale atteggiamento. A nulla sono valse le rimostranze del Lisei e la vigilessa non ha neanche desistito quando il mio cliente le ha detto che l’avrebbe potuta denunciare. Il mio assistito stava quindi salendo in auto quando la vigilessa ha estratto la pistola e alzata verso il Lisei che a quel punto ha richiamato l’attenzione di una donna che stava passando. Tanto è bastato perché la Brandoni abbassasse l’arma per poi rialzarla e far partire il primo colpo. Lo spavento per il mio cliente è stato immaginabile tanto che delle fasi concitate seguenti non ha un ricordo lineare, ma ricorda di avere tentato di bloccarle un polso mentre armeggiava con la pistola ed è partito il secondo colpo. L’azione del mio cliente è stata sufficiente a far cadere la pistola che è finita sotto un’auto. Qui c’è stata una nuova colluttazione in quanto la donna ha tentato di recuperare l’arma ed allora il Lisei l’ha bloccata con un ginocchio. La Bandoni è però riuscita a divincolarsi e chiudersi dentro l’auto di servizio dove poi l’hanno trovata i carabinieri. Inoltre sottolineo che non sussiste alcuna lite condominiale, tantomeno un presunto invaghimento del mio cliente."
Per il legale di Lisei il tutto è l’epilogo di una serie di minacce alla famiglia dell’assistito che non trovano però alcuna giustificazione.
D ben altro tenore la difesa della vigilessa, che si è affidata all’avv. Paolo Tartuferi di Recanati.
“La Bandoni è una persona mite –spiega il legale-, nella sua carriera non ha mai avuto problemi, in questo momento è sconvolta ma non aveva alcuna intenzione di fare fuoco tantomeno di uccidere. Ha estratto la pistola solo per intimidire il vicino perché esasperata dai suoi atteggiamenti. La mia cliente mi ha riferito che era perseguitata dal Lisei che la minacciava di poterla far licenziare contando su conoscenze in comune. Inoltre la mia assistita ha riferito di non aver gradito alcuni atteggiamenti del Lisei. La Bandoni poi mi ha riferito che dopo aver estratto la pistola ha avuto come un vuoto di memoria per cui non ricorda più nulla.”
Intanto la Bandoni resta nel carcere di Camerino mentre l’avv. Tartuferi prepara il ricorso al Tribunale del Riesame. Il PM contesta vari reati: tentato omicidio pluriaggravato e premeditato, i futili motivi, abuso di potere e utilizzo dell’arma in dotazione.