Attorno ad Auschwitz come evento paradigmatico del costruirsi e dello sfaldarsi di categorie tanto storiche quanto politiche si sono condensati studi e riflessioni che ne hanno indagato ampiamente origini ed effetti ben al di là dell’orizzonte novecentesco. L’intento di queste giornate di studio è stato quello di proporre una rilettura di quelle circostanze (storiche, sociali, politiche, culturali, filosofiche) che, anche attraverso progressive dissipazioni del senso dei limiti, hanno avviato a regimi in cui tutto è apparso possibile. A questa analisi, che si propone di mettere a confronto discipline e approcci differenti, si vuole affiancare un tentativo di guardare alla contemporaneità, segnatamente ai nuovi conflitti che non di rado accompagnano forme di chiusura identitaria, alla luce di quelle modalità di esclusione/discriminazione che investono spesso le differenze tout court. L’intento di andare oltre Auschwitz, rivitalizzando un’idea di memoria non meramente conservativa ma che tenti di stabilire raccordi con l’oggi, induce a guardare a quelle forme di opposizione ai conflitti, dai movimenti pacifisti alla non violenza, che si sono raffinati nel corso del Novecento.
Proseguono intanto a Recanati le iniziative per la Giornata della Memoria con la mostra dedicata alla deportazione degli italiani nei campi di lavoro tedeschi che rimarrà aperta sino a domenica prossima (10-12, 17-19)
Con Legge 20 Luglio 2000 n. 211 il Parlamento Italiano ha istituito la ricorrenza del “Giorno della Memoria”, aderendo così alla proposta internazionale di dichiarare il 27 Gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell’Olocausto e in nome di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto e salvato i perseguitati.