Anna Brandoni, la 55enne vigilessa di Recanati, arrestata per tentato omicidio nei confronti di Vitangelo Lisei, suo vicino di casa, ha trascorso la prima notte nel carcere di Camerino. Domani incontrerà il suo legale, l’avv. Paolo Tartuferi. Nella stessa giornata è prevista la comparsa dinanzi il GIP Panneggi per la convalida dell’arresto.

La donna continua a ribadire la tesi dell’aggressione da parte del Lisei e di essere stata costretta a difendersi usando l’arma in dotazione. Al momento dei fatti la Bandoni era in servizio viabilità a Piazzale Europa.

Come riferito sono stati sparati due colpi, uno conficcatosi in una vetrata del la Pizzeria Europa.

Dalle prime ricostruzioni è comunque emerso che tra i due ci fosse “ruggine” da tempo per questioni di condominio.

E ieri mattina l’epilogo. La Brandoni esclamando “Basta, smetti di perseguitarmi”, si è avvicinato al Lisei fuori del Gran Bar, ha estratto la Beretta 9x21 Storm, messo il colpo in canna e puntato l’arma contro l’uomo che è riuscito a deviare con una manata la canna della pistola al momento dello sparo. Si è sviluppata una colluttazione in cui è partito anche un secondo colpo. Nella lotta la Bandoni ha perso l’arma, finita sotto un’auto. Un momento che ha permesso a Lisei di fuggire e chiedere aiuto dentro il Gran Bar.

Nel frattempo sono arrivati due carabinieri in borghese, il brigadiere Perniola, e l’appuntato Garofoli che hanno iniziato a parlare con la donna intenta a riarmare la pistola.

Momenti di tensione ben gestiti dai due militari che alla fine sono riusciti a farsi consegnare la pistola. Le indagini sono coordinate dal Sostituto Procuratore Andrea Belli.

Vitangelo Lisei, 60enne, abitante in via Simboli nello stesso stabile della vigilessa, si è fatto visitare al pronto soccorso per lo shock subito e, dopo essere stato ascoltato dai militari dell’Arma, si è chiuso poi in casa “protetto” dai familiari.

L’episodio ha scosso non poco la città e riaperto il dibattito sulla dotazione di armi da fuoco al personale della Polizia Municipale.

Ieri il sindaco Fiordomo ha riunito tutti i vigili urbani della città, richiamando anche quelli in permesso.

“Siamo tutti scossi –ha affermato agli organi di stampa il primo cittadino- da questo episodio che è chiaramente di carattere individuale. Come amministrazione comunale esprimiamo solidarietà umana alle persone coinvolte. Un atteggiamento del genere ci lascia attoniti”.

Circa la dotazione di armi da fuoco il sindaco rileva che “a Recanati la pistola da sempre ha fatto parte della divisa e il fatti singolo, seppur drammatico, non deve mettere in discussione questa scelta, tanto più che i vigili urbani sono impegnati quotidianamente nell’attività di tutori dell’ordine pubblico o a fianco della polizia e dei carabinieri”.

Stamattina i quotidiani e i siti internet hanno dato ampio spazio alla vicenda maturata in un clima di vecchi contrasti e dissapori mai risolti ma che non avrebbero dovuto mai avere il sopravvento sulla serenità durante l’espletamento del servizio.