Non è da oggi che si parla di spese fatte da settori del comune senza che la pubblica amministrazione avesse assunto il dovuto, per legge, regolare, impegno di spesa.
Di foglietti “volanti” che escono da quel o tal’altro cassetto sentiamo parlare da almeno 15 anni! Già quando si insediò Ottaviani emerse questa mal costumanza.
E chi ha fatto i lavori o garantito le forniture, ora reclama il pagamento, addirittura c’è anche chi aspetta dal … 2002.
In gergo tecnico questi sarebbero “debiti fuori bilancio” di cui non si riesce mai a conoscere l’entità e che anche la nuova amministrazione Fiordomo dovrà affrontare.
Un’eredità difficile quella che gli addetti alla quadratura dei conti si trovano a gestire, per di più di fronte ad una crisi di liquidità del comune che si è trovato scoperto per incassi cartolarizzati dalla precedente amministrazione e mai divenuti nel tempo soldoni veri nelle casse pubbliche.
Stupisce in questa situazione il buonismo del sindaco Fiordomo il quale afferma che forse “ad ogni creditore che viene in comune dovremmo andare dai carabinieri”.
C’è la Corte dei Conti per questo genere di situazioni e non trasmettervi gli atti dovuti, al di là dei proclami circa il non più accadimento di questi fatti perchè si vigilerà, non è di alcuna garanzia.
Se non si danno degli “esempi”, prima o poi, vigilanza o no, ci sarà chi ci ricascherà.
E come mai tanti mal di pancia quando si suggerisce di coinvolgere la Corte dei Conti?
In consiglio comunale prima dai banchi dell’opposizione poi come sindaco, Fiordomo contro questo mal costume ha “tuonato” ma di colpiti dai fulmini ….. non v’è ancora traccia.
Se esiste questa pletora di crediti vantati ma non sostenuti da atti, non sarebbe il caso di chiedere al creditore qualche nome e cognome? Chissà che di fronte a questa domanda non svaniscano d’incanto anche i creditori?
Certo che tra debiti fuori bilancio, i salti mortali di fine anno per chiudere in pareggio, le sofferenze di cassa e quant’altro, per l’assessore al bilancio Bravi i famosi derivati, angoscia di tante amministrazioni, sembrano zuccherini.
Eppure anche questo è un altro problema: di estinzione anticipata non se ne parla, servirebbero 1,5 milioni di euro sull’unghia. Attualmente il comune ha in portafoglio 5 contratti con UBM, una banca del gruppo UNICREDIT, che scadranno tra il 2018 ed il 2025. Tutti sono sotto attento monitoraggio.