Il rigassificatore offshore che si vorrebbe realizzare a Porto Recanati ci trova, come amministrazione comunale di Recanati, quantomeno perplessi. Riteniamo il sito scelto sicuramente poco idoneo per un’area a grande vocazione turistica, paesaggistica e naturalistica.
Noi non siamo quelli che dicono no sempre e comunque, ma siamo amministratori che debbono valutare seriamente e perseguire gli interessi generali dei cittadini quanto a sicurezza, tutela ambientale e patrimonio paesaggistico, nella consapevolezza che l'Ente locale in questo caso ha poche competenze.
Tra gli studi internazionali riguardanti i pericoli dei rigassificatori è senza dubbio autorevole quello effettuato dalla commissione energia della California che rileva come in caso di rottura del contenitore di gas liquefatto si sprigiona una nube per un raggio di almeno 55 km., molto superiori dei 32 km. offshore. Ovviamente è meglio sorvolare sugli effetti di altri possibili incidenti che seppur remoti non possono e debbono essere ignorati.
D'altro canto è vero che le direttive europee in proposito sono abbastanza rigide e quindi in qualche maniera tendono a tenere lontani i fantasmi di catastrofi o incidenti, pur non riuscendo a dissolverli totalmente.
Tuttavia esiste un pericolo percepito che è indipendente da quello reale, e l'effetto di quel pericolo è un danno inestimabile al turismo di un’intera zona, pensiamo soltanto a Recanati e Loreto che stanno diventando patrimonio UNESCO, pensiamo a tutto l'indotto turistico del Conero e della sua costa, riflettiamo sul danno di immagine per l'intero territorio turistico, culturale, religioso.
E' evidente quindi che, indipendentemente dalle opposte fazioni, pro o contro, che naturalmente si formano, noi auspichiamo un collegamento tra le amministrazioni dei comuni del territorio interessato al fine di studiare e quantificare in maniera pragmatica l'eventuale danno subito e fare fronte comune per organizzare un tavolo di lavoro dove inevitabilmente sarà presente anche Gaz de France.
Il turismo, come la sanità, l'ambiente, la viabilità etc.. vanno trattati come territorio e non come singole cittadine e quindi tutto ciò che investe questi settori deve avere un approccio politico di territorio.
Quindi sarebbe miope che la società francese trattasse l'argomento con un singolo comune, ignorando quel territorio che comunque condividerà con Porto Recanati gli effetti di quella scelta.