Mentre gli studiosi “bisticciano” sull’autoritratto di Caravaggio riflesso nel vivo del “Bacco” degli Uffizi, a Recanati ultimi giorni (Musei Civici di Villa Colloredo, chiusura mostra domenica 8 novembre) della speciale esposizione di un “San Francesco in Estasi”, che taluni documenti porterebbero ad attribuire a Caravaggio, In silenzio gli studiosi lavorano intorno a questa opera riaffiorata dall’oblio. Al di là della sua attribuzione definitiva, si tratta di una tela devozionale di notevole fattura, di scuola italiana del 1600 (180 cm. X 130 cm.), restaurata, di proprietà privata, esposta per la prima volta al pubblico. Sicuramente storici e critici d’arte animeranno un vivace dibattito intorno la “firma”, aprendo contemporaneamente un confronto su aspetti ancora poco approfonditi intorno alla presenza nella nostra zona di questo maestro del ‘600 o della sua scuola. A Recanati infatti nella chiesa dei Padri Cappuccini esiste una tela, “La Madonna dell’Insalata”, attribuita a Michelangelo Merisi.
L’esposizione del “San Francesco in Estasi” è uno degli avvenimenti artistici di “Infinito Festival”, una proposta che ha messo in gioco il Cosmo nell'arte, nella filosofia, nella scienza e nella spiritualità con incontri, conferenze, mostre e concerti.
L’altro evento in corso è la mostra “Cosmocomie” dedicata ai maestri Hsiao Chin e Lucio del Pezzo (sempre ai Musei Civici di Villa Colloredo, chiusura mostra domenica 8 novembre)
Il taglio della presente mostra detta l’opportunità di una considerazione preliminare, alla luce della quale la questione dell’infinitezza o finitezza del cosmo (aspetto che è ancora aperto presso gli scienziati), risulta momentaneamente irrilevante. E’ che, finita o non-finita, la dimensione del cosmo si dà come sconfinatezza vertiginosa dell’unità che contiene il tutto e ne esaurisce la varietà al proprio interno. Un po’ come l’animo umano, che contiene potenzialmente la varietà di ogni sentire, la capacità di nominare tutto l’esistente e di dare concretezza di pensiero ad innumerevoli sempre nuove immaginazioni, con la possibilità d’inventare per queste nomi svariati, ricordarli dimenticarli e deformarli, e, così facendo, ricordare dimenticare o trasformare la corrispondente esperienza passata presente e futura.
Sempre nell’ambito di Infinito Festival, nella chiesa di San Vito sabato e domenica ultima apertura della mostra “Pan-new-rama” dei fotografi Augusto Pieristè e Andrea Pompei che propongono in tre foto 8mx1.50 alcuni “appunti” di viaggio a Cantorini, in Cappadocia, a Bilbao con soluzioni visive affascinanti.