nota del comune
Il comune,
in collaborazione con la Comunità Ebraica di Ancona, organizza una serie di
iniziative per la Giornata della memoria, la ricorrenza istituita a livello
nazionale e celebrata il 27 gennaio di ogni anno in ricordo dello sterminio e
delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici
italiani nei campi nazisti.
Due le iniziative che prenderanno il via domenica prossima (27 gennaio) per
proseguire fino al 9 febbraio: una è l’illuminazione e l’apposizione di
pannelli illustrativi in via Montevolpino, dove sorgeva l’antico ghetto di
Recanati, e in vicolo Sebastiani, luogo di insediamenti ebraici, l’altra è
l’inaugurazione di una mostra allestita presso il Salone degli stemmi del
Palazzo comunale dal titolo “1938-1945: la persecuzione degli ebrei in Italia”.
Iniziative le cui finalità sono spiegate anche in un manifesto, firmato dal
sindaco Fabio Corvatta e dal presidente del Consiglio comunale Simone Giaconi,
in cui si invita la cittadinanza a partecipare agli eventi della Giornata della
memoria “per commemorare la shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana
dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la
prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi,
si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno
salvato altre vite e protetto i perseguitati”. La mostra nel Salone degli Stemmi
sarà inaugurata il 27 gennaio alle ore 10,30 e proseguirà fino al 9 febbraio
con orario dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
La storia degli insediamenti ebraici a Recanati.
Nei pannelli che saranno posizionati a Montevolpino e in vicolo San Sebastiani
si ripercorre la storia degli insediamenti ebraici a Recanati. La presenza
ebraica nella città leopardiana è legata già nel 1200 al nome del cabalista
Menachem Benjamin Recanati, morto nel 1290. Ma i primi ebrei di cui si parla
nei documenti conservati negli archivi cittadini, tra il 1336 e il 1343 sono
Sabatuccio, Guglielminuccio di Consiglio e Emanuele di Beniamino, impegnati nel
prestito. Gli ebrei prestatori provenienti da Roma vengono a sovrapporsi a un
preesistente nucleo di ebrei recanatesi dediti al commercio di olio, vino e
prodotti agricoli, e si viene così a sfatare la teoria secondo la quale gli
ebrei nelle Marche si sono sempre insediati a seguito del prestatore. La
comunità è dunque molto attiva se nel 1370 tra i fumanti (coloro che hanno un
focolare, i capi di famiglia) si segnalano una decina di ebrei.
La sinagoga antica (nella foto l'interno di quella di Pitigliano) si trovava presso l’episcopato, ma dopo l’obbligo di
risiedere nel rione di Montevolpino, venne chiusa. Nel 1539, negli annali della
città, è annotata la richiesta di costruire una nuova sinagoga sopra porta
Marina, ma tale richiesta non ha seguito. La richiesta nasce dal fatto che un
insediamento ebraico consistente occupa i tre vicoli – Sebastiani e due
paralleli – compresi tra l’abside di San Vito e il tratto terminale
dell’odierna via XX Settembre, che esce proprio su Porta Marina. Anche a
Recanati è imposto il segno e istituito il ghetto, oggi rione Montevolpino, che
comprende l’attuale piazzale Bianchi, l’imbocco di via Vitali, e subito a
sinistra il vicolo degli Impiccolati. Sul lato opposto, verso via Achilla, al
civico 1, c’è un edificio isolato alla base, ma unito agli altri da un cavalcavia:
sulla facciata due finestre, un tempo ad arco, sono rivolte a est.
Probabilmente tra le due era collocata l’Arca. I documenti dicono che la
sinagoga era vicino al Palazzo Antici-Flamini-Carradori, che si trova di
fronte.