Spazio Cultura e Bloom Eventi commentano positivamente i quattro giorni di Infinito Festival ed il consenso ottenuto dalle mostre artistiche ancora in corso.

“Siamo fieri –commentano Bloom e Spazio Cultura- di avere dato vita, insieme al comune di Recanati, a questa manifestazione che, siamo sicuri, segnerà in modo forte e positivo la vita delle cittadina e la sua rinascita culturale, economica e civile. Infinito Festival vuol dare voce, forma, sostanza e apparenza ad una città e alle idee che la percorrono, da sempre. Una città che ha segnato in modo profondo la storia sociale e culturale della nostra regione e dell’Italia tutta, una città che costantemente sorprende per il genio che da essa improvvisamente promana. In quattro giorni abbiamo saputo coinvolgere, divertire, mostrare, rappresentare in un caleidoscopico contenitore multiforme, dove arte, scienza, filosofia, spiritualità sono confluiti e si sono fusi per raccontare storia sempre nuove, per offrire suggestioni capaci, comunque di sorprendere e di affascinare”.

Infinito Festival in questi giorni prosegue (apertura fino all’8 novembre) nei Musei Civici di Villa Colloredo con la mostra “Cosmocomie” dedicata a Hsiao Chin e Lucio Del Pezzo e la speciale esposizione della tela “San Francesco in Estasi”, opera del ‘600 di un autore di cui è in corso l’attribuzione. Nei fine settimana a San Vito è ancora possibile visitare lo speciale allestimento di tre foto giganti (8mx1,5) dei fotografi Pieristè e Pompei, con soggetti l’isola di Santorini, Bilbao, la Cappadocia.

lorenzo-cappella_michele-guzzini-255x300Una delle sorprese di Infinito Festival sono state le serate dedicate all’osservazione della volta celeste con un record di presenze: 1225 persone (un 30% da fuori città). La sala convegni del Centro Mondiale della Poesia si è trasformata in un’aula di astrofisica dove il prof. Angelo Angeletti ha introdotto i presenti nel mondo del cosmo. Fuori, sulla sommità del Colle dell’Infinito, gli astrofili Michele Guzzini e Lorenzo Cappella (rispettivamente a sx e dx nella foto) hanno allestito un osservatorio astronomico con potenti impianti che per la loro qualità hanno sorpreso lo stesso astrofisico Ettore Perozzi, intervenuto sia ad una delle serate che alla conferenza (tutto esaurito in sala) sugli astri presentati a suon di rock. E ancora oggi sono tantissime le richieste di ripetere le osservazioni. Nei quattro giorni chi si è avvicinato ai telescopi ha visto la Luna, Giove, Ganimede (satellite di Giove), le Pleiadi, M11 ed M13, rispettivamete un ammasso stellare e uno globulare, la Galassia di Andromeda, la stella Albireo. L’osservazione è avvenuta proprio su quel giardino dalla cui sommità Giacomo Leopardi, levando lo sguardo al cielo, si ispirò alle vaghe stelle dell’Orsa Maggiore. E questo ha contribuito ancor di più ad elettrizzare i presenti.

Non casuale l’accostamento del cosmo reale a quello immaginifico dei maestri Hsiao Chin e Lucio Del Pezzo che interpretano a colpi di colore lo spazio che una tela loro concede, ma che di fronte a loro si presenta come infinito.

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