Diario di viaggio di Maria Previati, presidente AFAR Recanati

Nei giorni scorsi è stato realizzato il mini-tour di una settimana che l’AFAR di Recanati ha organizzato in Croazia. Superfluo affermare che i luoghi sono veramente da favola, ma cerchiamo di descrivere al meglio ciò che abbiamo avuto la fortuna di poter visitare.

Siamo partiti con il traghetto alle 22.00 dal porto di Ancona e il mattino successivo siamo arrivati a Zara. Qui abbiamo trovato la guida, una graziosa e competente ragazza che parlava un italiano quasi perfetto in quanto è stata varie volte in Italia. Con lei siamo andati alla scoperta di Zara (la delegazione AFAR nella foto sotto davanti una delle porte di Zara) e della sua storia. E’ una città che si affaccia sul mare Adriatico e che conta circa 82.000 abitanti ed è la capitale storica della Dalmazia.

Anticamente governata dagli Illiri è passata attraverso la dominazione romana, veneziana, austriaca, francese delle quali conserva numerose testimonianze. Nel 1943 occupata dai tedeschi viene bombardata e distrutta al 60%, ricostruita, poi nella guerra del 1991 viene bombardata di nuovo e assediata per 3 mesi dalle truppe Jugoslave. Poi la visita ai monumenti più caratteristici: la chiesa di San Grisogono; la chiesa di San Simeone, al cui interno si può ammirare il sarcofago del santo realizzato in legno di cedro con rilievi in argento e oro, la chiesa di San Donato, le mura della città e la torre di guardia. Al porto abbiamo sentito l’armonioso suono di un organo: l’Organo Marino, le cui canne si trovano sotto l’acqua nel canale, le onde nel loro movimento, riempiono le 37 canne e ne esce una melodia davvero unica al mondo.

Sempre nello stesso sito c’è “il Saluto al Sole”. Sono state posizionate (a forma di planetario, nella foto sotto i soci AFAR sul planetario) delle cellule solari che durante il giorno assorbono la luce e di notte la restituiscono creando fasci di luce dai colori davvero particolari. Nel pomeriggio siamo stati a Trogir che viene considerata una delle città veneziane più belle e meglio conservate dell’intera Dalmazia. Secondo la guida poche città al mondo annoverano tante opere d’arte in così poco spazio. E’ dotata di un porto attrezzato principalmente per imbarcazioni da turismo e gode di un clima mediterraneo particolarmente mite. Dal 1977 il centro storico di Trogir fa parte della lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Il lungomare deve il suo fascino alla contrapposizione tra le belle architetture delle abitazioni e le barche ormeggiate lungo il canale.

Il mattino di lunedì invece andiamo a scoprire le bellezze della riviera di Markaska che è veramente caratteristica in quanto vista dall’alto la costa è formata da cale, rade e quel mare così blu ricorda i fiordi norvegesi. Pomeriggio dedicato a Dubrovnick. La città, che ha lungamente mantenuto la sua indipendenza, vanta un centro storico di particolare bellezza che figura nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO e che le è valso il soprannome di “perla dell’Adriatico”. I monumenti sono di architettura barocca, gotica e rinascimentale.

Martedì invece facciamo un tuffo nella fede: si va infatti a Medjugorie (nella foto a lato), dove questi sei ragazzini, il 24 giugno 1981, avrebbero visto “una figura femminile luminosa con un bambino fra le braccia”. Il giorno seguente ella si sarebbe presentata come la “Beata Vergine Maria”. Chiede preghiera, digiuno, lettura della Bibbia, confessione ed eucaristia.

All’inizio queste visioni avvenivano ogni settimana (il giovedì) per la loro parrocchia, oggi invece avvengono il 25 di ogni mese per il mondo intero, in un evento tuttora in corso.

Pomeriggio a Mostar, città di circa 130.000 abitanti che si trova in Bosnia-Erzegovina e che ne è la capitale non ufficiale. Il nome Mostar deriva dal suo antico ponte (Stari Most) e dalle torri sulle due rive, i “custodi del ponte” (mostari). Nella guerra del 91-93, dopo che la Bosnia dichiarò l’indipendenza dalla repubblica socialista federale di Jugoslavia, la città fu soggetta ad un assedio lungo nove mesi. L’esercito popolare jugoslavo bombardò per la prima volta Mostar il 3 aprile 1992 e nelle settimane successive prese il controllo di gran parte della città. L’8 aprile i croati formarono il consiglio di difesa croato ed affrontarono le forze dell’esercito jugoslavo. I tiri dell’artiglieria danneggiarono o distrussero diversi bersagli civili. Tra questi un monastero dei francescani, la cattedrale cattolica e il palazzo vescovile con una biblioteca di 50.000 libri, oltre a 14 moschee. Nel 1993 i croati bosniaci e i bosniaci musulmani cominciarono una lunga lotta per il controllo di Mostar. I croati lanciarono un’offensiva il 9 maggio durante la quale bombardarono senza tregua il quartiere musulmano, riducendolo in gran parte in rovine, comprese numerose moschee e case del periodo ottomano. Durante la guerra i croati crearono dei campi di concentramento per i musulmani. La parte musulmana della popolazione, nonostante i 400 anni di dominazione non avesse mai mostrato ostilità verso altre culture, si trovò così al centro di una vera e propria guerra ideologica oltre che politica, subendone tutte le atrocità. Il ponte di pietra del XVI secolo, fu distrutto il 9 novembre dal fuoco dei mortai croati. Nel 2004 ne è stata completata la ricostruzione, contestuale al recupero dell’intera città vecchia, che è stata iscritta dall’UNESCO nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità. La distruzione del ponte, che non aveva nessun valore strategico, volle colpire un simbolo, il simbolo dell’alleanza tra due mondi che si volevano ad ogni costo separare. La guerra finì ma la città rimase divisa tra croati e bosniaci e solo nel 1996 fu ristabilita la possibilità di passare da una parte all’altra del ponte che segna il confine tra le due etnie.

Dopo tanti “tuffi” nella storia e nell’arte oggi, mercoledì, facciamo un tuffo nel verde del Parco nazionale dei laghi di Plitvice (nelle foto sotto), in un territorio di fitte foreste ricco di corsi d’acqua laghi e cascate.Il parco occupa una superficie di 33.000 ettari e comprende 16 laghi in successione, collegati fra loro da cascate. All’interno del parco si trovano anche numerose grotte di cui solo una piccola parete è agibile. I boschi del parco sono popolati da 157 specie di uccelli, 50 specie di mammiferi, 20 tipi di pipistrelli, 321 specie di farfalle (76 diurne e 245 notturne) ed altri animali tra i quali l’orso bruno, il cinghiale ed il capriolo.

I laghi sono formati da due fiumi, il Fiume Bianco e il Fiume Nero, che confluiscono nel fiume Korana. Le acque di questi fiumi sono ricche di sali calcarei, provenienti dai depositi di alghe, muschi e microrganismi che sedimentano sul fondo. Questi sali vengono fatti precipitare dalla vegetazione, formando così degli strati di travertino, una roccia sedimentaria recente. Col passare del tempo, questi depositi formano delle vere e proprie dighe naturali che fungono da sbarramento per l’acqua, crescendo di circa un centimetro ogni anno. Ad un certo punto la pressione dell’acqua rompe questi argini naturali, aprendosi nel terreno nuovi percorsi. Questo meccanismo, in realtà comune a tutte le acque calcaree, a Plitvice ha assunto una particolare importanza. All’interno del parco è possibile spostarsi a piedi, in bici, con la barca o con un trenino. Noi abbiamo preferito andare a piedi, per poter ammirare meglio, dalle passerelle impiantate nell’acqua, le cascate che sono veramente una meraviglia della natura.

Il nostro tour volge al termine, siamo già arrivati al giovedì, ma certo non potevamo ritornare senza aver visitato Spalato, che è la più grande e, assieme a Zara, la più importante città della Dalmazia con i suoi quasi 200.000 abitanti. Il nucleo della città vecchia si raccoglie intorno al porto, mentre le attività commerciali sono concentrate nella parte nord. La principale attrazione della città è il palazzo di Diocleziano. Costruito tra il 295 ed il 305 d.c. che, nel VII secolo diede asilo agli abitanti di Salona in fuga. Il Palazzo, costruito con la pietra bianca dell’isola di Brac, misura 215 m. da est ad ovest, 181 m. di larghezza nella sua parte più ampia: le mura perimetrali sono alte fino a 26 m., oggi ospita negozi, caffè, ristoranti ed edifici abitati. Al centro delle mura est si aprono delle porte fortificate, nella parte sud si trova una porta che conduce al mare, ogni porta prende nome da un metallo (Porta d’Oro, Porta di Bronzo, Porta d’Argento, Porta di Ferro). A est si trova il mausoleo imperiale mentre a sud la residenza imperiale. A Spalato si trova anche il mercato permanente più grande della Dalmazia, dove si può trovare di tutto e di più.

Nel pomeriggio, giusto per non stare a poltrire senza far nulla, il nostro capogruppo ha organizzato un giro delle numerose isole che si trovano nei pressi del nostro albergo. Due ore di passeggiata sull’acqua ad ammirare questo mare così blu e queste spiagge sassose ma molto caratteristiche. E siamo arrivati al venerdì ed alla fine di questo bel tour, ora non ci resta che recarci di nuovo a Zara per prendere il traghetto che ci riporta ad Ancona. Prima di concludere vorrei ricordare tutte le guide che ci hanno accompagnato in questa settimana e che sono quasi tutte insegnanti di storia. Ecco perché la guerra ed i motivi per cui l’odio ed il rancore sono ancora così sentiti ci è stata descritta in maniera così particolareggiata.

La Croazia è comunque una terra così bella che mi sento in dovere di raccomandarvela per le prossime vacanze.

Altre immagini da tour dell'AFAR Recanati

Il ponte di Mostar

Le isole della costa di Trogir

Una porta di Spalato

Dubrovnik