In pratica un’esposizione di 4,5 milioni di euro circa previsti nei vecchi bilanci, quasi tre dei quali spesi ma senza che il comune di Recanati quei fondi li avesse veramente in cassa.
Una situazione dunque che il sindaco ha definito di recente preoccupante e sulla quale sono in corso valutazioni non solo di ordine politico.
Intanto per la questione derivati (una sorta di assicurazione su un’operazione finanziaria nata per ridurre o eliminare il rischio associato ad alcune variabili come i tassi d’interesse, strumenti poi divenuti veri prodotti finanziari speculativi e ad lato rischio), la nuova amministrazione comunale sta cercando di venirne fuori senza far gravare sui contribuenti 1,5 milioni di euro e si dovrà aprire una trattativa con l’Unicredit, la banca che si è attivata con la precedente amministrazione.
Una chiusura immediata è impraticabile, porterebbe alla bancarotta il comune. In attesa di trovare un accordo con la banca si spera che i mercati finanziari (i segnali vanno purtroppo in altra direzione al momento) limitino l’esposizione dell’ente.
Se Atene piange, Sparta non ride.
Non è meglio la situazione che si è trovata l’appena insediato consiglio di amministrazione degli IRCER, ente periferico del comune che gestisce le politiche degli anziani con tutte le strutture connesse.
Qui c’è in ballo u ‘operazione economica da 2 milioni di euro di cui 1 finanziato con un mutuo da 1 milione di euro contratto con una banca. Il tutto finalizzato dal precedente CdA per l’acquisto del complesso delle ex Clarisse a Castelnuovo da destinarsi a futura sede della RSA e conseguente suo trasferimento dall’attuale sede di via XX Settembre nei cui spazi lasciati liberi si amplierebbero i servizi della Casa di Riposo. E per fare tutto occorre mettere in giro almeno 6 milioni di euro.
Per poco il neo presidente Sergio Beccacece non cade dalla sedia appena lette queste cifre. Occorrerà una seria valutazione del da farsi: confermare o meno il progetto ed attivarsi per la ricerca di fondi oppure rivedere il tutto.
Fatto sta che per pagare quel mutuo occorre liquidità che potrebbe venire dalla vendita immediata dello stesso immobile a privati rinunciando alla nuova RSA ma azzerando il debito con la banca.
Oppure andare avanti “coprendo” il debito con la vendita di altri immobili come la palazzina liberty di Porto Potenza (valutata oltre un milione di euro) ma cui precedenti aste sono andate deserte. A questo punto però occorrerebbe trovare i finanziamenti per coprire il progetto.
Ma non si può sempre ricorrere alla vendita di beni, anzi alcuni andrebbero recuperati, come l’ex scuola materna Carancini di Castelnuovo di cui Beccacece auspica un recupero a fini di destinazione sociale nel quadro delle attività degli IRCER verso gli anziani.
E’ dunque atteso a non facili decisioni il neo CdA degli IRCER.