Nota del coordinamento di Recanati a Sinistra

Nelle ultime settimane, anche sotto l’impulso di alcuni casi di cronaca, si è intensificato il dibattito sulle tematiche legate alla sicurezza. Il canovaccio è quello ormai consueto nel nostro paese, abbondantemente utilizzato dalla Lega Nord e dalla destra: si amplifica la portata di fatti quotidiani, se ne attribuisce la responsabilità a determinate etnie, si spettacolarizzano le notizie, si crea l’allarme, si alimenta la paura, paventando centri storici o altre zone in mano a bande di extra-comunitari. Poco importa poi se alcuni episodi di violenza, come quello accaduto contro il Caffè del Teatro, non c’entrano nulla con i migranti e sono molto simili a quanto poteva accadere a Recanati vent’anni fa. L’importante è aver costruito la giustificazione sociale per interventi repressivi.

Di fronte a questo clima, che purtroppo non vede estranea la nostra città, Recanati a Sinistra ribadisce alcuni concetti precisi, con l’intento di sollecitare una svolta nella percezione del tema della sicurezza, svolta che deve essere soprattutto culturale.

Non c’è a Recanati nessuna emergenza criminalità, non risultano statistiche che la confermino; ci sono situazioni da monitorare con attenzione, utilizzando gli strumenti ordinari, senza veicolare messaggi allarmistici che impongano dispositivi eccezionali.

In questo senso, siamo nettamente contrari all’uso delle ronde (previste dal nuovo “pacchetto sicurezza”), in quanto provocherebbero un pericoloso slittamento verso una dimensione privata del rispetto delle regole di convivenza civile, e creerebbero un corpo parallelo alle forze dell’ordine, le uniche costituzionalmente deputate a garantire la sicurezza.

La sicurezza (e la percezione che si ha di essa) è un problema sociale: va quindi affrontato socialmente, tornando a vivere la città e il suo centro storico, sostenendo l’attività delle associazioni culturali e di volontariato, propugnando una nuova idea di convivenza e di integrazione, senza rinunciare al controllo e (quando occorre) alla repressione. Per questo potrebbero essere utilizzati molti dei classici strumenti e mezzi, puntando soprattutto al pronto intervento.