Ogni anno quanti danno vita, direttamente o indirettamente, alle attività delle missioni dei frati cappuccini nelle missioni in Africa, si danno appuntamento a Recanati per ”fare il punto della situazione”: testimonianze, analisi di progetti avviati, lancio di nuovi impegni nella solidarietà verso quelle terre afflitte.

Ieri nell’arena allestita per accogliere centinaia di persone di questo “esercito della solidarietà”, idealmente c’erano anche gli oltre 7000 bambini etiopi assistiti con la formula dell’adozione a distanza.

Quest’anno niente ospiti ma a far da richiamo le parole e le testimonianze di chi opera in terra di missione in Etiopia o Benin. In tanti hanno presentato con parole semplici le loro esperienze che non trovano posto nelle pagine dei giornali. (nella foto padre Damiano, uno dei missionari)

“Stiamo collaborando con le autorità locali per organizzare operazioni globali nelle aree in cui c'è già malnutrizione aperta- commenta frate Gianfranco Priori, segretario delle Missioni Estere-, le Suore di Madre Teresa, ad esempio, ci stanno aiutando in questo programma nella regione di Buccama. E' vero che se dai da noi c'è aria di crisi, in Africa c'è stata sempre”.

Il raduno quest’anno coronava anche i 40 anni di missione in Etiopia, una “celebrazione” senza retorica visto che rappresenta un impegno spesso silenzioso e che non cerca notorietà

La giornata si è aperta con un momento di preghiera animato dal provinciale dei frati cappuccini padre Gianni Pioli, seguito dall’introduzione ai lavori del segretario delle missioni estere, padre Priori, che ha tracciato un quadro della situazione delle due missioni e dei progetti umanitari posti in atto nel campo scolastico e in quello dell'approvvigionamento idrico.

E’ stato il vescovo Rodrigo, del vicariato di Soddo e Hosanna, a parlare della situazione in Etiopia. “Il problema della fame –ha detto il prelato- è diventato ormai cronico tra le popolazioni del sud Etiopia. Le cause sono varie: siccità, sovrappopolazione e crisi economica mondiale che ha portato come conseguenza una salita nei prezzi che ha preso la gente povera di sorpresa. I prezzi dei generi di prima necessità si sono triplicati. Come sempre le vittime più vulnerabili sono i bambini”.