Commento di Federica Duca ed Emiliano Polsonetti
Nell’affrontare il discorso sicurezza si deve tener conto sia dell’aspetto razionale che irrazionale dell’essere umano. Infatti pur non volendo mettere in discussione il legittimo bisogno di sicurezza dei cittadini, ci sembra opportuno sottolineare come questo venga spesso fomentato, se non indotto, da una spettacolarizzazione linguistica degli eventi, da racconti di amici o conoscenti e sempre più spesso dai media e da alcune forze politiche. Parlare di “militarizzazione del centro storico” o di “guerra tra gangs” a Recanati pò sembrare risibile agli occhi di chi la città la vive realmente tutti i giorni, ma diventa un problema quando queste parole vengono utilizzate da chi ha un’influenza sull’opinione pubblica. La repentina risposta a questi sentimenti molto spesso è avventata e di poca utilità quando non supportata da un’adeguata analisi e da uno studio delle possibili soluzioni già sperimentate altrove. Ad esempio è di recente pubblicazione la notizia di un rapporto che boccia il massiccio investimento di Londra sulle telecamere pressoché inutili a combattere il crimine (http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_agosto_25/londra_telecamere_inutili_a50341d2-9177-11de-b01b-00144f02aabc.shtml).
Per questo sarebbe interessante conoscere i criteri (statistiche sull’aumento del crimine negli ultimi anni a Recanati e relativa metodologia adottata, tipologia dei crimini commessi, principale fonte di insicurezza dei cittadini, costo per le casse comunali dell’istallazione e del mantenimento in operatività delle CCTV) che giustifichino una rete di telecamere come soluzione ottimale.