nota di Rifondazione Comunista, Federazione di Macerata
Per tutta la durata della verifica in Provincia (di
cui aspettiamo la seconda parte, quella programmatica), il Partito della
Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ha evitato di fare polemiche e di
sgomitare per occupare delle poltrone. Riteniamo quindi ora indispensabile
intervenire pubblicamente per chiarire la nostra posizione, che non poteva
certo emergere dal documento giustamente firmato dai capigruppo di maggioranza
nel quale si confermava la fiducia al Presidente Silenzi e alla Giunta
rinnovata.
Nelle varie fasi della consultazione e del confronto, pur riconoscendo che alcune richieste di assessorati erano legittime, Rifondazione ha proposto al Presidente e agli altri partiti di arrivare a fine mandato con gli otto assessori restanti (ampiamente sufficienti ad amministrare una provincia di 300.000 abitanti), riarmonizzando le deleghe, troppe delle quali erano allora nelle mani del Presidente e del Vicepresidente.
Abbiamo sostenuto infatti che:
a) il tempo “netto” rimasto era troppo breve perché i nuovi assessori (anche con esperienze amministrative alle spalle) potessero prendere visione del lavoro svolto e dei progetti in corso, riallacciare i contatti interni e con il territorio, inserirsi proficuamente in una metodologia collegiale già collaudata;
b) i cambiamenti rischiavano di suscitare più attriti di quanto non potevano appianarne.
Di fronte alle pressioni di tutti gli altri partiti (ad eccezione di Sinistra Democratica), alle spaccature interne del Partito democratico, alle improvvise dimissioni del Vicepresidente Donato Caporalini, il Presidente Silenzi ha optato per le scelte che sappiamo. Esprimiamo la nostra preoccupazione per due motivi:
1) i problemi avrebbero potuto, eventualmente, essere affrontati e risolti in una verifica di metà mandato;
2) tutto il percorso non ha giovato all’immagine della coalizione di centrosinistra.
E’ nostra convinzione che il rimanente anno di amministrazione deve essere caratterizzato da scelte condivise, incisive e concrete sulla viabilità, le politiche sociali, economiche, ambientali ed energetiche. E’ ora di affrontare i nodi irrisolti, di analizzare a fondo le cose fatte e non
fatte, per concludere positivamente il mandato amministrativo e riproporsi in modo credibile alla comunità provinciale.
Nelle varie fasi della consultazione e del confronto, pur riconoscendo che alcune richieste di assessorati erano legittime, Rifondazione ha proposto al Presidente e agli altri partiti di arrivare a fine mandato con gli otto assessori restanti (ampiamente sufficienti ad amministrare una provincia di 300.000 abitanti), riarmonizzando le deleghe, troppe delle quali erano allora nelle mani del Presidente e del Vicepresidente.
Abbiamo sostenuto infatti che:
a) il tempo “netto” rimasto era troppo breve perché i nuovi assessori (anche con esperienze amministrative alle spalle) potessero prendere visione del lavoro svolto e dei progetti in corso, riallacciare i contatti interni e con il territorio, inserirsi proficuamente in una metodologia collegiale già collaudata;
b) i cambiamenti rischiavano di suscitare più attriti di quanto non potevano appianarne.
Di fronte alle pressioni di tutti gli altri partiti (ad eccezione di Sinistra Democratica), alle spaccature interne del Partito democratico, alle improvvise dimissioni del Vicepresidente Donato Caporalini, il Presidente Silenzi ha optato per le scelte che sappiamo. Esprimiamo la nostra preoccupazione per due motivi:
1) i problemi avrebbero potuto, eventualmente, essere affrontati e risolti in una verifica di metà mandato;
2) tutto il percorso non ha giovato all’immagine della coalizione di centrosinistra.
E’ nostra convinzione che il rimanente anno di amministrazione deve essere caratterizzato da scelte condivise, incisive e concrete sulla viabilità, le politiche sociali, economiche, ambientali ed energetiche. E’ ora di affrontare i nodi irrisolti, di analizzare a fondo le cose fatte e non
fatte, per concludere positivamente il mandato amministrativo e riproporsi in modo credibile alla comunità provinciale.