I tempi di attesa per gli esami radiologici e/o le visite specialistiche è un argomento di grande appeal politico. Anche il conigliere Giaconi, cronologicamente ultimo, ma non certamente definitivamente ultimo entra nell’argomento. Da notare che sia il giornalista e quindi il consigliere in oggetto pubblicano dati “trasparenti” che mensilmente la zona 8 pubblica sul suo sito internet ed invia ai sindaci della zona territoriale 8. Dati noti e che non fanno scandalo. Trattasi infatti di tempo di attesa, come giustamente titola il giornalista, e non di lista di attesa (altra cosa ed altro problema).
La differenza sta nel fatto che se una persona ha urgenza l’attesa non esiste; se non quella relativa alla gestione del problema al pronto soccorso mediamente in 30 minuti. Chi attende quindi l’esecuzione di un esame? Il paziente cronico non urgente, ove il tempo di attesa può essere del tutto opinabile. Quale è ad esempio il tempo di attesa corretto per eseguire una ecografia dell’addome in un soggetto che per lo stesso sintomo o lo stesso problema ha già fatto almeno tre volte lo stesso esame? Quale è il tempo di attesa giusto per un paziente iperteso in terapia e ben controllato dal proprio medico di famiglia che però vuole avere la seconda opinione in merito al suo problema dallo specialista cardiologo?
Così via potrei fare mille esempi. Per definire lo scandalo dell’attesa bisognerebbe conoscere il quesito del medico che richiede l’esame. Come ho detto mille volte l’unica persona che può giudicare se l’attesa è o no idonea è il medico che ha prescritto l’esame e che dovrebbe farsi carico di prenotare l’esame prescritto e definire col paziente se il tempo primo possibile è giusto o no! Se invece vogliono essere i politici a definire che cosa è urgente e che cosa no si accomodino pure perché quando saranno al governo avranno liste di attesa come tutti e quando saranno all’opposizione protesteranno assieme ai cittadini in cerca perpetua di consenso a basso costo.
In merito ai point of care trattasi di strumenti di laboratorio che si usano per dare risposte in pochi minuti e quindi si collocano nei pronto soccorso e non nei laboratori analisi. Il laboratorio analisi centrale di Recanati continuerà a svolgere la sua attività per i pazienti ricoverati così come la legge impone. Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire!