L’edizione odierna del Corriere Adriatico ospita una lunga intervista a Fabio Corvatta, ex sindaco di Recanati, oggi consigliere provinciale della lista da lui fondata, “Una Forza per Cambiare”. Dalle risposte traspare chiaramente che Corvatta vuole recitare un ruolo non indifferente a marzo quando si voterà per il rinnovo del consiglio regionale. Nel PdL da giorni circola il nome di Bertolaso (la moglie è di Cupramarittima e lì hanno una residenza) quale antagonista del governatore uscente Spacca. Ma anche Corvatta fa capire che dopo quella sua possibile investitura del ’99 … non è un candidato da trascurare.
Ecco il testo dell’intervista apparsa oggi sul Corriere Adriatico, a cura di Luca Patrassi.
Già sindaco di Recanati per due legislature, presidente del CNSL, medico, fondatore di una lista civica risultata decisiva per la vittoria del centrodestra alla Provincia di Macerata.
-Fabio Corvatta in quale veste le piace presentarsi, guarda al passato o prfereisce il futuro, magari in regione?
“Fin da giovane ho passione per la politica, qualsiasi ruolo è importante per fare politica mantenendo fermi gli ideali con cui raggiungere gli obiettivi, il benessere della comunità”.
- Passato e futuro: dove guarda?
“Cerco di guardare al futuro cercando le opportunità per fare politica.”
- Dieci anni fa fu invitato a guidare il centrodestra alle regionali.
“Nel 199 per alcuni mesi fui chiamato direttamente dall’attuale Presidente del Consiglio, ho avuto degli incontri con Berlusconi”.
-Perché non se ne fece nulla?
“Allora mancavano alcune condizioni. Ho ritenuto di non tradire i recanatese che mi avevano eletto sindaco pochi mesi primacon il 67% dei voti e poi non c’erano le condizioni per definire il progetto politico. Certo accettando sarei comunque diventato consigliere regionale ma nel mio modo di fare politica conta la passione. Allora non fu possibile realizzare una strategia per andare oltre il Polo”.
-In quale situazione si trova oggi?
“Ora ho avuto l’opportunità, non prevista, di fare il consigliere provinciale. Si è cercato di mettere insieme persone che potevano rappresentare un valore aggiunto e il 3,4% ottenuto con una lista fatta in due mesi rappresenta un successo straordinario visto che dietro di noi sono arrivati molti partiti tradizionali”.
-Aspetta un’altra telefonata per candidarsi alle Regionali?
“Sicuramente la valuterò e ne sarei onorato. Nelle Marche ci sono le condizioni per ribaltare un assetto politico che non è quello tipico della nostra regione. La crisi del centrosinistra regionale è evidente e tante forze stanno cercando riferimenti, realtà che stanno immaginando di presentarsi alle elezioni andando oltre i partiti ufficiali”.
-Tante realtà nel’ambito delle liste civiche?
“Vedo quello che sta accadendo nel pesarese ed anche nell’anconetano, che pure era una realtà più solida e strutturata per i partiti tradizionali. Ci sono movimenti che non trovano più rispondenza nei partiti ed allora mi sento incoraggiato. In tutte e cinque le province c’è una realtà disponibile ad aggiungere al progetto politico del PdL valori e consensi determinanti”.
-In che ruolo scenderà in campo nel 2010?
“Sono disponibile ad esserci nel ruolo che sarà dichiarato possibile, non ho pretese, solo la volontà di portare a compimento un’opportunità per cambiare. Magari vedrà la luce anche a livello regionale proprio quella Forza per Cambiare che ha avuto successo in provincia di Macerata”.
-Cosa dice delle candidature circolate finora?
“Qualcuno non è proprio in gioco, altri nomi circolano come ipotesi ma è ancora tutto in altro mare”.
-Quali le caratteristiche del candidato presidente?
“Nelle Marche è stato dimostrato che c’è la necessità di allargare il consenso del PdL con una candidatura autorevole che può essere interna o esterna purchè rappresenti il territorio e le sue realtà. Abbiamo già vissuto candidature imposte da fuori. C’è da scongiurare, per usare un termine scherzoso, l’ingresso degli stranieri che non hanno grandi agganci con il territorio. Bisogna raccogliere crisi e sfiducia che viene dall’attuale maggioranza e dall’ambiente del centrosinistra”.
-Qual è il cartello elettorale che suggerisce?
“Nelle Marche ci sono le condizioni perché le forze politiche stiano tutte insieme. Alle scorse amministrative dove c’è stata alleanza tra Pdl e UDC e altre realtà questa è stata premiata dall’elettorato. Dove ciò non è avvenuto si è usciti sconfitti”.
-Tutti insieme, una coalizione o un’ammucchiata forzata?
“Le Marche hanno grandi tradizioni di laici, repubblicani e socialisti e democristiani: hanno espresso politici di rilievo assoluto, persone che hanno segnato la storia d’Italia. Insieme dobbiamo far valere la ricchezza di tradizioni, valori e ideali che sono il nostro patrimonio”.
-Si vota a marzo, quando dovrebbe essere indicato il candidato presidente?
“Se si vuole fare una cosa seria non si può andare oltre settembre. Oggi c’è il tempo per mettere in piedi candidature e programmi per entrare in campagna elettorale a ottobre”.