La danza orientale, (in arabo raqs al sharqi, danza orientale) comprendente il Baladi, una danza che si trova solo in Egitto e Giordania (danza popolare), il Sharqi (ovvero l'orientale), ballato da danzatrice occidentale e anche noto come danza del ventre (anche se questo termine riduttivo è mal visto dalle danzatrici professioniste e non è del tutto corretto perché in realtà è il bacino a muoversi, mentre il ventre ne segue i movimenti) e il Saidi, che si trova solo in Egitto, a sua volta suddiviso in Tahtib, praticato solo da uomini, e Raks Al Assaya.
La danza orientale è tradizionalmente praticata dalle donne, perché esprime interamente la femminilità, la vitalità e la sensualità. La danza del ventre è unica nel suo genere: esistono diversi stili, che cambiano a seconda del paese d'origine, come la danza col velo. In generale, questa danza è caratterizzata dalla sinuosità e dalla sensualità dei movimenti: è di effetto sia con musiche ritmate che lente. Di solito è praticata da danzatrici professioniste.
La pratica della danza orientale è giunta in Europa e America grazie ai cabaret degli anni trenta e quaranta: è da questo periodo, ma soprattutto dagli anni novanta, che questa danza è diventata famosa in tutto il mondo.
La danza del ventre è particolarmente adatta al corpo femminile, perché aumenta la flessibilità e la tonicità del seno, delle spalle, delle braccia, del bacino, ma soprattutto della pancia: gli addominali sono coinvolti profondamente nei movimenti, modellando la linea e giovando agli organi interni. Tonifica le cosce, migliora l'agilità delle articolazioni sembra ritardare l’osteoporosi. Inoltre, la danzatrice orientale ha il diritto di essere in carne - le danzatrici formose sono le più apprezzate - e può mostrare le proprie forme, come una statua di Maillol. Quello che importa non è la rotondità ma la sensualità, la grazia e la sinuosità dei movimenti.
Nelle foto, dal sito dell'Accademia di Danza Orientale, alcune allieve durante le prove