La presenza di tantissima gente alla cerimonia di insediamento del consiglio comunale è andata ben oltre la semplice testimonianza di quanto la città reclamasse un cambiamento. Non è stata una seduta del tutto protocollare e la scelta dell’Aula Magna, preferita all’austera sala consiliare, ha reso più partecipe la cittadina che spesso ha interloquito con i consiglieri (spesso beccati quelli dell’ex maggioranza), oppure applaudito il tal o l’altro intervento. Tutti gesti che sono sembrati ai più liberatori e che non possono essere passati inosservati nemmeno alla ex maggioranza che dovrà meditare a fondo sulle ragioni della sconfitta.

Si sono dapprima formati i gruppi consiliari e definiti i capi gruppo. Per il PdL Roberto Bartomeoli, per l’UDC, Gabriele Garofolo, per la lista Per Recanati, Simone Giaconi. Per il PD, Mirco Scorcelli, per Recanati a Sinistra, Massimiliano Grufi per la Città del Sole, Piergiorgio Moretti.

Due le situazioni nuove e singolari che si sono poi create. Enzo Marangoni ha dichiarato che sarà il capo gruppo di Lega Nord-Civica Recanati: va rilevato che in giunta siede Armando Taddei, candidato della Civica Recanati. Inoltre Massimiliano Grufi ha dichiarato che il suo gruppo si chiamerà Orizzonte Recanati-Rinascita e Progresso, sancendo così ufficialmente la separazione dal gruppo storico foschiano.

Massimiliano Grufi (nella foto a lato) è stato eletto Presidente del Consiglio Comunale con tanto di “franco tiratore”: alla prima votazione ha ricevuto 13 voti sui 14 della maggioranza, sei voti sono andati a Garofolo, 1 a Marangoni, 1 bianca, per cui si è dovuto rivotare non essendo stata raggiunta la maggioranza dei 2/3. Nella seconda (bastava qualsiasi cifra) si è ripetuto la stesso consenso, mentre Pdl, Per Recanati, UDC e Lega si sono astenuti. E subito sguardi indagatori su chi non abbia votato Grufi.

Grufi sul quale la minoranza ha chiesto chiarimenti circa la sua presenza tra i candidati in un concorso di una società partecipata del comune. E l'opposizione ha anche avuto da ridire su un assessore in regime di convenzione con l'ASUR per la gestione di un punto prelievo del sangue.

All’atto delle indicazioni per la Presidenza, Giaconi aveva sottolineato la necessità di una terna da proporre, considerando Grufi meno di garanzia per via del suo passaggio sull’altra sponda abbandonando la giunta Corvatta.

Poi il sindaco Francesco Fiordomo ha pronunciato la rituale formula di giuramento alla Costituzione ed illustrato le linee guida del suo mandato. In particolare ha voluto sottolineare come il consiglio andrà anche nei quartieri per ridare centralità alla sua funzione ed in modo da far partecipare la città alle scelte in maniera che quelle che saranno prese provengano da un percorso condiviso.

Fiordomo, più che entrare in toto nel programma, ha illustrato le sue prime mosse sulle scenario cittadino e che già indicano alcuni aspetti del documento politico: riqualificazione abitativa del centro storico, riapertura della Cattedrale (incontrato il Vescovo in merito), potenziamento dell’ospedale, revisione totale della gestione del Teatro Persiani, la sicurezza, la questione delle scuole “B. Gigli” e di Palazzo Venieri, un rapporto diverso con il personale, il tutto in una visione della città ampia ed aperta “non per il bene di Francesco Fiordomo, ma per il bene di Recanati”.

Da parte sia l’opposizione ha ovviamente precisato che il loro programma era ben diverso da quello di Fiordomo ma non per questo si sottrarranno dal mandato di controllo e critica costruttiva, senza pregiudizi e atteggiamenti distruttivi. Bartomeoli richiamandosi ai frequenti applausi verso la maggioranza ha detto che “si tratta di applausi inventati, che solo i prossimi anni di amministrazione saranno i veri giudici”. Giaconi invece si è espresso “per la fine del tempo della gioia per i vincitori, dell’amarezza per gli sconfitti, e di affrontare unitariamente i problemi che attanagliano migliaia di famiglie a Recanati per via della cassa integrazione, licenziamenti, mobilità”.

Molto dibattuta anche la questione sicurezza con Marangoni che perora la causa delle "ronde" e trova il netto no dell'UDC. Anche la sanità con il destino dell'ospedale è stato spesso al centro degli interventi.

Alla fine ci esce anche un inatteso voto di astensione della minoranza sul programma (ad eccezione dell’UDC che vota contro).

i neo consiglieri