Normal 0 14 MicrosoftInternetExplorer4 /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman";}

La città si appresta a celebrare il 65° Anniversario della Liberazione della Città da parte delle truppe anglo polacche supportate da esploratori del Corpo Italiano di Liberazione inquadrati nella “Brigata Majella”.

Rispetto alle precedenti commemorazioni, la celebrazione passa dal pomeriggio alle sera. Questo il programma di mercoledì 1 Luglio 2009: ore 21,1 in Via 1° Luglio (via delle Porte della Pace) formazione del Corteo accompagnato dalla Banda Musicale “B.Gigli”; alle 21,30 in Piazza Giacomo Leopardi deposizione corone d’alloro sulle Lapidi dei Caduti ed interventi del sindaco Francesco Fiordomo e della prof.ssa Paola Magnarelli dell’Università degli Studi di Macerata. Al termine esibizione della Banda Musicale “B.Gigli”.

Note storiche a cura dell’ANPI Recanati

1 luglio 1944: gli Alleati entrano in Recanati

Le foto in questa pagina, provenienti dall’Archivio Stortoni-Mandolini, illustrano l’ingresso da via Falleroni di un gruppo di polacchi supportati da esploratori del Corpo Italiano di Liberazione inquadrati nella “Brigata Maijella” (nel secondo mezzo cingolato il ten. Bodoni). La terza foto è relativa ad un veloce passaggio di un autocarro in corso Persiani con a bordo elementi recanatesi del Gruppo di Azione Partigiana che vanno ad incontrare le truppe.

Gli Alleati erano fermi nei pressi del fiume Potenza e non avevano ancora idee chiare su Recanati, per la quale stavano valutando una ricognizione da parte di esploratori al seguito delle truppe britanniche. Per iniziativa di alcuni cittadini, recatisi nei pressi del Potenza dove stazionavamo le truppe, gli Alleati sono stati informati che la città era stata abbandonata dai nazifascisti che si stavano invece attestando a Loreto e lungo il Musone.

Recanati, fortunatamente, non ha vissuto alcuna battaglia per la sua Liberazione essendo stata poche ore prima abbandonata dai tedeschi e dai fascisti i quali però avevano distrutto apparecchiature industriali nonostante la vigilanza del Gap che comunque era riuscito a nascondere importanti attrezzature e presidiato edifici strategici.

I tedeschi avevano ammassato tutto il bestiame e requisito ogni genere di mezzo ma non erano riusciti ad impossessarsi del grano per il fatto che da alcuni giorni il Podestà aveva fatto distribuire il frumento per far trovare i granai vuoti ai tedeschi.

Ciononostante nelle ore antecedenti l’ingresso degli Alleati si sono avute tre vittime: Armando NINA, fucilato il 30 giugno dai tedeschi per rappresaglia nelle campagne recanatesi; sempre il 30 giugno muore a Palazzo Bello la 25enne Maria Teresa CARANCINI, ferita gravemente da un’azione di mitragliamento contro mezzi tedeschi condotta nella zona da aerei alleati; lo stesso 1 luglio muore il quindicenne Marco MENGHINI, dilaniato dall’esplosione dei detonatori rimossi da una mina preparata dai tedeschi per far saltare un ponte. Sulla città si registrano due mitragliamenti aerei alleati, uno contro camion tedeschi carichi di benzina che percorrono l’attuale viale Monte Conero, l’altro contro palazzo Carancini dove è esposta una bandiera con la croce uncinata.

In piazza ad accogliere gli alleati, per la prima volta potendo ostentare la propria verà identità, la famiglia di origine ebrea dei Servi, nascosti in città durante l’occupazione mentre altre tre famiglie, dopo un periodo di clandestinità sotto la protezione del GAP, erano state già messe in salvo.

Prima di ritirarsi, le truppe tedesche hanno cannoneggiato da una postazione presso San Pietro, Potenza Picena, mentre una folla festante assiepata in piazza già accoglieva gli Alleati, provocando diverse vittime tra la popolazione.

A fronte passato l’aviazione tedesca effettua due raid sopra la città lanciando per lo più spezzoni incendiari che non provocano danni.

Angelo Sorgoni viene nominato immediatamente sindaco della città, carica dalla quale si dimetterà ad ottobre con la nomina della prima giunta comunale della Liberazione formata da Umberto Magrini (sindaco, Partito Socialista), Marcello Pericoli (vice, DC), Alfredo Vincenzoni (assessore, Partito d’Azione), Mario Mariani (assessore, Partito Comunista), Irnerio Madoni (assessore, Patrioti), Francesco Argentati (assessore supplente, Partito d’Azione), Giuseppe Cecchini (assessore supplente, DC).

Ma la guerra non è finita e molti recanatesi, già impegnati nella fila del Gruppo di Azione Partigiana o nelle bande partigiane in montagna, decidono di dare il proprio contributo per la Liberazione dell’Italia entrando nel Corpo Italiano di Liberazione.

La città diviene sede del comando di retrovia della 5^ Brigata Karpaty e di alcuni reparti logistici dell’esercito inglese. Il ritorno alla “normalità” viene sancito dalla disputa della “Coppa Patrizi”, in memoria del giovane partigiano recanatese fucilato a Montalto. Vi partecipano squadre formate da ex giocatori delle massime divisioni polacca e inglese, una rappresentanza di recanatesi, scozzesi, e le squadre dell’Osimana e della Civitanovese rinforzate da elementi presi qua e là. Rinasce anche la cultura con una Mostra d’Arte di artisti recanatesi contemporanei con opere di R. Ceccaroni, I. Patrizi, A. Politi, B. Biagetti, C. Peruzzi.

Il 25 aprile del 1945 la Liberazione definitiva dell’Italia. Recanati piangerà 11 suoi concittadini caduti nella lotta di Liberazione, vittime della rappresaglia, morti nei campi di sterminio.

(Note storiche riassunte dagli archivi ANPI, Raf, Luftwaffe, CIL, War Institute London, Comunità Ebraica, Corpo di spedizione Polacco in Italia)