Di Fabio Ambrosini, Pdl Giovani
Gentile Sen. Marconi mi stupisce il suo attacco al PDL recanatese, specialmente dopo che lei ed il suo Partito, avete condiviso candidato, scelte, programma e tutto il percorso della campagna elettorale, arrivando all’appuntamento della chiusura di venerdì scorso elogiando e approvando con entusiasmo il cammino fatto. E’ vero che si è perso, ma si è perso insieme, come insieme saremmo stati ad amministrare la città nel caso i recanatesi ci avessero premiato, ed ora fare questo tipo di attacchi lo trovo di cattivo gusto, poiché gli eventuali errori commessi, appartengono a tutta la coalizione a cui si è scelto di appartenere. Ora come ora non serve tanto criticare per scrollarsi di dosso responsabilità che appartengono a tutti, ma piuttosto capire dove e come si è sbagliato e perché molti cittadini non hanno avuto fiducia nel nostro gruppo, cercando immediatamente quei correttivi che dovranno, in qualche modo, rileggere alcuni aspetti della politica recanatese ed anche del PDL. Gettare la croce addosso a qualcuno proprio non serve, come non serve parlare di giochini politici a cui, per altro, la sua compagine non è stata estranea. Nella nostra lista ci sono state tante brave persone che si sono date un gran da fare per vincere le elezioni, ma purtroppo non ce l’hanno fatta, e non serve attaccare il PDL ora, quando non servono più i voti per le europee. Ora c’è da lavorare a testa bassa, darsi da fare, facendo una opposizione scrupolosa e costruttiva che sappia lavorare per il bene della città ed al contempo creare i presupposti per riguadagnare il consenso dei cittadini e dare, fra cinque anni, una seria, credibile e coesa alternativa alla sinistra, per amministrare la nostra Recanati. Concludo facendole presente che gli “attributi” a lei tanto cari si dimostra di averli anche accettando serenamente la sconfitta, ammettendo i propri errori e facendo i complimenti agli avversari oltre che avendo la volontà di rimettersi in gioco migliorando ciò che non è andato senza fare sterili ed inutili polemiche.