Di Emanuele Severini
Avete presente lo stato di Via Aldo Moro tra la
scuola materna ed il supermercato? Oppure di Via Fiume, di Via Angelo Giunta,
di Via Dalmazia, o della strada che congiunge la Bretella Paolina al mattatoio?
O di alcune strade del quartiere Le Grazie? Sicuramente sì, in quanto allo
sventurato passante ne rimane ben presente il piacevole ricordo. Da
quanto tempo queste strade, ma anche diverse altre del territorio recanatese,
sono in tali penose condizioni? Non da settimane, non da mesi, ma da anni! Da
anni la nostra depauperata Amministrazione si lamenta che seppur con tutte le
più buone intenzioni del mondo, non può riparare le nostre strade, per mancanza
di fondi. Poi un giorno vieni a scoprire che quella stessa Amministrazione ha
però l’ardire di spendere 19.000 € per organizzare la festa di capodanno!
(9.000 € per gli artisti e 10.000 € in lenticchie, panettone e fuochi
d’artificio). E’ vero che 19.000 € non avrebbero risolto il problema delle
strade recanatesi, ma non per questo credo sia stato saggio sperperarli in
questa maniera più che discutibile.
Gli ospiti: da Palazzo annunciano orgogliosi che saranno ospiti (come due anni fa) “I mitici Camaleonti!!!”. Il che equivale a dire ai giovani di Recanati: “Voi andatevene in un’altra città” o anche “non c’è posto per voi”, che poi è questo il messaggio percepito, che i giovani a Recanati non contino un bel niente (ma forse non è solo un’impressione…). E mentre qualcuno obiettava: “Ancora!? Ci sono stati pure due anni fa ‘sti Camaleonti!… ma che dobbiamo mantenerli noi??”, 9.000€ se ne andavano in fumo, per la gioia di qualche ultrasessantenne fan nostalgico, e di qualche amministratore che abbandonandosi alle melodie e al ricordo dei bei tempi andati ha potuto permettersi di dimenticare per una sera le strade e tutti gli altri problemi dei recanatesi (speriamo che poi si sia risvegliato dal torpore…). I 10.000 € buttati tra le altre cose anche in spumante hanno consentito a qualcuno di vederci doppio (o anche triplo, o quadruplo) e di poter trionfalmente attestare che le presenze sono state 2.000. Quante persone sotto i 35 anni, prego?.... Addirittura si gongola per i ringraziamenti ricevuti da un singolo personaggio giunto da Roma… Sarebbe interessante che il signor sindaco, anziché scomodare gente da così lontano, vada ad ascoltare la voce di qualche centinaio di giovani recanatesi sotto i 35 anni (si, anche se qualcuno se l’è dimenticato, ce l’hanno anche loro la voce!)… Che pubblichi i loro di ringraziamenti, dato che i 19.000€ non li ha messi “il vacanziere giunto da Roma”.
Gli ospiti: da Palazzo annunciano orgogliosi che saranno ospiti (come due anni fa) “I mitici Camaleonti!!!”. Il che equivale a dire ai giovani di Recanati: “Voi andatevene in un’altra città” o anche “non c’è posto per voi”, che poi è questo il messaggio percepito, che i giovani a Recanati non contino un bel niente (ma forse non è solo un’impressione…). E mentre qualcuno obiettava: “Ancora!? Ci sono stati pure due anni fa ‘sti Camaleonti!… ma che dobbiamo mantenerli noi??”, 9.000€ se ne andavano in fumo, per la gioia di qualche ultrasessantenne fan nostalgico, e di qualche amministratore che abbandonandosi alle melodie e al ricordo dei bei tempi andati ha potuto permettersi di dimenticare per una sera le strade e tutti gli altri problemi dei recanatesi (speriamo che poi si sia risvegliato dal torpore…). I 10.000 € buttati tra le altre cose anche in spumante hanno consentito a qualcuno di vederci doppio (o anche triplo, o quadruplo) e di poter trionfalmente attestare che le presenze sono state 2.000. Quante persone sotto i 35 anni, prego?.... Addirittura si gongola per i ringraziamenti ricevuti da un singolo personaggio giunto da Roma… Sarebbe interessante che il signor sindaco, anziché scomodare gente da così lontano, vada ad ascoltare la voce di qualche centinaio di giovani recanatesi sotto i 35 anni (si, anche se qualcuno se l’è dimenticato, ce l’hanno anche loro la voce!)… Che pubblichi i loro di ringraziamenti, dato che i 19.000€ non li ha messi “il vacanziere giunto da Roma”.