“Liberiamo la Città” è infatti il nome della coalizione che Lega Nord Recanati e Lista Civica Recanati hanno dato alla decisione di condividere un percorso comune che rivaluti Recanati, sotto tutti i punti di vista.
Nel corso di una conferenza stampa (convocata in piena notte con un SMS ….), Marangoni ha vestito i panni del sindaco (candidato), mentre Miccini … si è tirato su le maniche della camicia e ha spiegato meticolosamente per filo e per segno i motivi etico morali che lo hanno costretto ad uscire dalla maggioranza Corvatta, affidando alla pietà umana tutto il fango che gli è stato gettato addosso in questi giorni.
Marangoni, fazzoletto padano d’ordinanza sul taschino ha spiegato da cosa dovrà essere liberata Recanati: dalla non trasparenza, dai pessimi modi di rapportarsi da parte dell’amministrazione con i cittadini senza rispettare il concetto di terzietà, dalla volontà di non dialogare con quegli enti anche diversamente amministrati, dalla cementificazione selvaggia, dalle spese supeflue.
Un programma che vede tra i punti salienti da sviluppare, con il consenso di tutti, la viabilità interna ed extracomunale, la tutela dei servizi ospedalieri, la sicurezza ed il contrasto all’immigrazione irregolare, il sostegno alla persona.
Un rilancio “morale” passa anche per un progetto che metta sviluppo economico ed occupazionale al primo posto. Determinante sarà il reperimento di risorse economiche in una situazione generale difficile ed in cui le risorse comunali sono appesantite da scelte di bilancio che Marangoni ha definito prive di interesse collettivo.
Il turismo sarò uno dei volani per lavorare sulla ripresa che non potrà più avere al centro della sua economia solo l’industria manifatturiera .
Gianfranco Miccini, fondatore della Lista Civica Recanati, fino ad un anno e mezzo fa in giunta, ha spiegato che “intorno ad un progetto fatto di azioni concrete ci si ritrova al di là delle colorazioni politiche e con un programma elettorale non ad uso e consumo personale, ma per far crescere la città”.
Per Miccini i recanatesi sono stanchi delle degenerazioni di questi ultimi anni che hanno superato a sua detta i livelli degli anni ’80 e affermando questo aggiunge, “sono stato vittima di un attacco feroce e diffamante in questi ultimi giorni”.
“Se me ne sono andato dalla giunta è per una questione morale che era stata sollevata e riguardava un assessore, Alfredo Mancinelli. Non chiarita o rimossa la questione, non me la sono più sentita di condividere quell’esperienza, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.
Per Miccini un lungo elenco di cose che hanno spinto sempre di più verso l’uscita: la Croce Gialla che non poteva entrare in possesso della sede, le 110 imprese che avevano chiesto aree PIP che a tutt’oggi non sono state assegnate e quelle aziende hanno scelto altri lidi, il piano di recupero dell’ex Sala Vittoria con un privato che è stato costretto a chiedere la nomina di un commissario ad acta per il rilascio dei permessi, l’espansione edilizia selvaggia che in molti peroravano.
“Ma la cosa gravissima è stata la variante urbanistica che tra S. Croce, Chiarino e Fontenoce permetterà sui terreni IRCER l’edificazione di 750 appartamenti per 150.000 metri cubi, palazzine alte anche 15 m.. Ho visto riaffacciarsi sulla città nuovi appetiti urbanistici che già in passato fecero del male alla nostra comunità”.
“Ritengo che Recanati – ha aggiunto Miccini- debba voltare pagina ed attivarsi con proposte serie e possibili, financo di riconversione per alcune sue attività. Rimettere al centro anche una maggiore funzionalità della macchina amministrativa e lavorare per reperire linee di finanziamento nuove, anche cercando investitori privati".