Di Mauro Marconi, Esecutivo Verdi Recanati

Ciò che sembrava impossibile è avvenuto. I Verdi hanno di nuovo un assessorato in Provincia.

E’ bastato “divorziare” - con modalità invero non troppo consensuale - dal sindaco di Recanati e dalla sua maggioranza di centro-destra per vedersi spalancare le porte dal presidente Silenzi (e dalla sua maggioranza di centro-sinistra).

Certo il sindaco Corvatta non l’ha presa tanto bene. Ha definito “squallida e scorretta” l’operazione di fine trasformismo politico messa in atto dai Verdi di Recanati, ma tant’è - dirà qualcuno - il risultato è stato portato a casa e, di questi tempi, visto quel che succede negli ambienti frequentati dalla cosiddetta “casta”, meglio non fare troppo gli schizzinosi.

Resta lo sconcerto nel vedere certi esponenti del partito non perdere occasione per dichiararsi “di sinistra” e schierarsi risolutamente dalla parte dell’antipolitica alla Beppe Grillo, salvo poi badare all’atto pratico ai propri interessi cercando di occupare le poltrone più comode e più in vista, non importa molto in che modo, insieme a chi e per fare che cosa.

Permettetemi quindi di esprimere il mio disappunto nel vedere la forza politica in cui milito da oltre vent’anni, e in cui ho sinceramente creduto, essersi ridotta ad un partitino qualunque, inchiodato al 2% dei consensi malgrado la sensibilità collettiva verso i problemi ambientali sia cresciuta moltissimo negli ultimi anni.

Desidero comunque augurare al nuovo assessore provinciale dei Verdi di riuscire in un’impresa quasi altrettanto impossibile: far cambiare idea alla giunta Silenzi in merito allo sciagurato progetto della superstrada della Val Potenza. Un’opera inutile, costosissima e devastante per l’ambiente che solo la cecità di una mediocre classe politica poteva concepire.