Ma torniamo a Paolino Ramazzotti: nato a Recanati il 19 novembre del 1914, contadino e schedato come sovversivo, che scrive a Mussolini il 23 maggio del 1927, adirato per le dure prove economiche imposte dal nuovo patto colonico fascista, e nel caso del Ramazzotti acuite dall’immiserimento per essere entrato anche nel circuito della repressione. Arrestato riuscirà a cavarsela ma non la perdonerà mai a Mussolini.
Sono anche altri i fatti riferiti alla verve antifascista in città citati nella sua ricerca da Petracci ed indicano Umberto Corvatta, Angelo Sorgoni e tanti altri attivisti.
Il prof. Donato Caporalini (a dx nella foto), dell’Istituto Gramsci, considera il lavoro di Matteo Petracci (a sx nella foto) in grado di catturare subito il lettore e a trascinarlo
Un altro passaggio delle vicende recanatesi è del 1920, e riguarda i massicci scioperi agrari che stavano percorrendo la provincia. In città furono i cattolici a muoversi: l’Unione Agricola Recanatese, guidata dal frate Gaetano da Cerreto, pubblicò l'elenco dei proprietari terrieri ostili al nuovo patto colonico, che stabiliva condizioni più vantaggiose per i contadini. E i mezzadri boicottarono i proprietari segnalati rifiutandosi di raccogliere il loro grano e impedendo ai coloni di affittare i macchinari necessari alla trebbiatura. Un tale Willington Bianchi invia un telegramma al Ministero dell’Intero per segnale che “numerose indisturbate squadre armate di contadini armati di fucili e randelli scorazzano per il territorio impunemente”.
Tanti altri sono gli esempi di reazione al fascismo citati nel libro e, ovviamente toccano tutti i centri della provincia di Macerata.
L’analisi di Petracci permette di capire come cambia in quegli anni la vita politica italiana. E soprattutto cosa accada a quanti si sono opposti al fascismo dopo essere stati pesantemente e violentemente sconfitti.
Petracci analizza quale spazio sia restato agli oppositori in una società che gradatamente accetta il fascismo come proprio orizzonte naturale. Comprende a quali compomessi si pieghino coloro che cedono perché hanno perduto ogni speranza , o perché angosciati dalla preoccupazione di evitare che le pesanti sanzioni, le umiliazioni pubbliche e private che si sono abbattute su di loro colpiscano anche le persone amate, la propria famiglia, i figli.
Ma Petracci è anche attento a individuare dove chi decide di resistere trovi la forza per opporsi con ostinazione, pur nella consapevolezza di esporsi.
E tra questi, in una piccola bottega di calzolaio di Montemorello, continua a dire no Umberto Corvatta.
Alcune copie del libro sono ancora disponibili presso l’ANPI: info anpi.recanati@hotmail.it