Non è stato facile trovarlo, ma alla fine ci siamo riusciti. Si sapeva che esisteva un testo (nella foto) commentato in epoca recente ad una delle opere più importanti del cabalista ebreo Menahem da Recanati, vissuto nella città da cui prese il nome, alla fine del 1200, epoca in cui fiorente era la comunità ebraica recanatese.

Il cabalista Menahem, nel suo Commento alla Genesi, compone un variegato mosaico in cui trovano posto, alternati, testi mistici tradizionali, a cominciare da quello per eccellenza cabalistico, il Sefer ha-Zohar, e loro originali intepretazioni.

Il commento in lingua italiana è stato curato da Maria Tiziana Mayer per la piccola casa editrice Aquilegia,  specializzata in testi ebraici antichi, Costo dell’opera 7,50 euro. In copertina, realizzata da Emanuele Luzzati, il Ba'al Shem Thov.

Su Menahem aveva lavorato anche l’on. Franco Foschi, direttore del Centro Nazionale Studi Leopardiani, che aveva intenzione di sviluppare uan ricerca sulla presenza degli ebrei a Recanati (erano dietro San Vito, vicolo Verdelli e vicolo Sebastiani, nel Volto del Cenciaro, a Montevolpino)

Partendo proprio dalla figura di Menahem che, all’epoca, il XII secolo, era conosciutissimo ben oltre gli immaginabili confini, quindi figura di studioso di elevata statura.

Lo stesso Monaldo Leopardi negli Annali ne fa riferimento dicendo degli ebrei di non poterne datare da quando la loro presenza ma che già nel 1290 morì vecchio il famoso cabalista rabbi Menahem. Monaldo afferma anche esistere ancora qui la sua lapide sepolcrale segno che almeno fino alla fine del 1800 il cimitero ebraico esisteva ancora. Sempre Monaldo ci rivela che gli ebrei recanatesi, stando ad un documento del 1448 erano la quarta comunità delle Marche, preceduta da quelle di Ancona, Fano e Pesaro.

L’anno scorso furono illuminati alcuni luoghi legati alla presenza degli ebrei in città in occasione della Giornata della Memoria, vicolo Sebastiaani ed il Piazzale di Montevolpino.