“Sto concludendo in questi giorni –e ci mostra la cartella precontrattuale- un accordo con la Federico Motta editore per una raccolta fotografica dedicata a Gigli e mi ritrovo questa pubblicazione in cui almeno una ventina di foto provengono dalla mia collezione e da quella di zio Remo. Già anni fa i fratelli Buschi utilizzarono delle foto del mio archivio per una pubblicazione in ricordo del loro padre, anche lui fotografo. Ora la faccenda in proporzioni più estese si ripropone. Non mi dovevo arrabbiare? Una volta si può passare da fesso, due no!”
Walter, che da poco ha concluso un’intervista televisiva, ci porta nel suo retrobottega, e tira fuori negativi, vetrini Ferrania, foto archiviate, pubblicate sul libro dei fratelli Buschi.
Alla fine una ventina di scatti che dovevano far parte anche del libro in cantiere con la Federico Motta.
“L’avv. Cicconi di Macerata –ci anticipa Mandolini- ha dato 15 giorni di tempo al comune, alla Banca di Credito Cooperativo ed ai fratelli Buschi per dare una riposta. Ognuno risponderà per le proprie responsabilità. Anzi, se si renderà necessario, il mio legale sta valutando la possibilità di chiedere il sequestro dei libri che sono già in vendita ad 80 euro”.
Determinato Walter Mandolini, che ha una copia del libro dei fratelli Buschi, nel rimarcare i diritti su diverse opere delle quali sciorina anche le circostanze in cui le foto sono state scattate.
“Qui è Gigli
con la madre di Adolfo Guzzini nell’atrio comunale nel giorno della pace tra il
tenore e la città, questa invece con i fratelli Calamante, i farmacisti, e il cronista
degli anni ’50 del Resto del carlino, Scattolini, a villa Gigli. Questa invece
è del retro palco la sera in cui Gigli ha cantato in piazza Pagliacci, e questa
… e questa … e quest’altra …”
Un fiume in piena Mandolini che reclama ora un indennizzo da capogiro: 100.000 euro.
I fratelli Buschi non rilasciano dichiarazioni, “anche perché al momento –commenta Fabio (nella foto)- non abbiamo ricevuto la lettera dell’avvocato Cicconi e della cosa abbiamo saputo solo dai giornali e dal vostro sito”.
Fino in serata Fabio e Roberto Buschi, i fotografi autori della raccolta, sono stati in riunione con Roberto Calorosi, curatore dei testi. Insieme hanno analizzato una per una le foto utilizzate.
“Una cosa
ci preme sottolineare –ci dice Roberto Buschi prima di congedarci- ed è che non
abbiamo rubato nessuna foto a Stortoni come scritto sulla civetta del Resto del
Carlino. Le foto utilizzate vengono da collezionisti privati che ce le hanno
messe a disposizione. Alcune tra l’altro sono state anche già pubblicate su
altri libri. Attendiamo la lettera poi valuteremo cosa fare e cosa dire insieme
ad un nostro legale. Ci ha scosso anche il fatto che è stata coinvolta la
nostra attività privata che invece con l’iniziativa editoriale non c’entra
affatto e questo ha provocato un danno a noi”.