Nota del comune

L’Amministrazione comunale intende, per chiarezza, illustrare i fatti relativi al provvedimento riguardante gli impianti radiofonici attualmente presenti sul tetto di Palazzo Venieri, sede del liceo classico “Giacomo Leopardi”.

Avvenimenti caratterizzati da tentativi bonari, mai recepiti, di trovare una soluzione, dalla necessità di tutelare la salute di 500 ragazzi, dalla conseguenza di incorrere nel reato di omissione di atti d’ufficio. Unica alternativa a tutto questo: emettere un provvedimento per far rientrare gli interessati negli obblighi di legge. Una scelta, crediamo, obbligata, sulla quale tuttavia qualcuno ha cercato di fare una bieca strumentalizzazione.

I fatti sono questi. Nel 2001 è stata emanata una legge nazionale che ordina la rimozione dagli edifici scolastici degli impianti di radiodiffusione. Nella ricerca di una soluzione idonea al caso di Palazzo Venieri, il Comune in diverse occasioni ha cercato di coinvolgere i soggetti interessati per risolvere la questione senza creare danno a nessuno.

La vicenda prende però una piega diversa dal 10 maggio del 2008. E’ la data del primo sopralluogo dell’Arpam, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Sopralluogo che ha rivelato come al liceo classico fossero stati superati i limiti di emissioni stabiliti dalle norme. Sulla base di questo primo rilievo, il direttore dell’Ufficio tecnico comunale ha sollecitato dopo tre giorni, il 13 maggio 2008, i due gestori degli impianti di radiodiffusione, cioè Radioerre e Radiocuore, ad adottare i provvedimenti necessari per rientrare nei limiti di legge.

Il 28 maggio del 2008 il direttore del dipartimento di prevenzione e igiene dell’Asur n. 8 ordina l’immediata disattivazione e delocalizzazione degli impianti dal tetto della scuola. Poiché, a distanza di mesi, i due gestori non provvedono in nessuna maniera, il 28 ottobre scorso lo stesso dipartimento dell’Asur sollecita, facendo riferimento alla relazione tecnica dell’Arpam, l’immediata emissione di un’ordinanza sindacale di disattivazione e delocalizzazione degli impianti.

Ma non è finita. Il 2 dicembre scorso il dirigente scolastico e il responsabile della sicurezza del liceo classico inviano una diffida al sindaco in quanto non è stata ancora emessa l’ordinanza. Alla luce di questo, in data 14 gennaio 2009, il direttore dell’Ufficio tecnico, competente per materia, non emette immediatamente il provvedimento richiesto e sollecitato ma fa un’ulteriore comunicazione formale ai due gestori, invitandoli a ottemperare alla legge del 2001 e alle prescrizioni dell’Asur n. 8 e dell’Arpam regionale. Una richiesta bonaria, alla quale non è stata data alcuna risposta.

Questi sono i fatti, che superano qualsiasi tentativo di speculazione dal momento che sarebbe difficile, crediamo, scegliere fra la salute degli studenti e le antenne, che possono essere delocalizzate. Fatti che dimostrano come non ci sia alcuna volontà né di ritorsione né tantomeno di persecuzione ma solo l’esigenza di tutelare la salute pubblica e di ottemperare a provvedimenti formali richiesti ed emessi da tre soggetti pubblici come l’Asur, l’Arpam e il liceo classico di Recanati.