Nota del Coordinamento Sinistra per Recanati (SD-PdCI-RC)

Sinistra per Recanati ritiene fortemente negativo l’accordo per la modifica del modello contrattuale sottoscritto in modo separato dalle parti sociali (Confindustria, CISL e UIL) senza la firma del più grande sindacato italiano.

L’intesa segna la fine del contratto collettivo nazionale di lavoro, che viene privato della funzione di stabilire un quadro normativo omogeneo sul territorio italiano e ridotto a semplice adeguamento salariale; gli aumenti verranno peraltro stabiliti in base ad un tasso d’inflazione depurato della componente energetica, con una perdita secca in busta paga stimata in 1.350 euro l’anno. Se tale criterio fosse stato applicato agli anni 2004-2008, periodo di forte aumento dei prezzi dei prodotti energetici, salari e stipendi avrebbero perso circa 2,5 punti di potere d’acquisto, circa 45 euro in meno.

Viene anche abbassato il parametro per il calcolo degli aumenti, cioè il valore monetario del punto di inflazione; questo comporta un ulteriore taglio delle retribuzioni. Inoltre, la possibilità di derogare “in peggio” a quanto previsto dal contratto, prevista per nuove aziende e per aree territoriali, oltre ad essere anticostituzionale, indebolisce i lavoratori e li espone al ricatto padronale.

Infine, la contrattazione di secondo livello, quella aziendale, che dovrebbe risarcire i lavoratori delle perdite, è condizionata alla produttività, cioè all’aumento dei profitti; già oggi, la contrattazione aziendale investe una minoranza delle imprese italiane, quelle più grandi e sindacalizzate: in una situazione di crisi, e in una realtà prevalente di piccola e media impresa, gli operai non otterrebbero nulla dalla contrattazione aziendale.

Sinistra per Recanati dà quindi pieno appoggio alla lotta della CGIL contro questo accordo, che in una democrazia sindacale vera dovrebbe essere sottoposto a referendum tra i lavoratori, e sostiene lo sciopero del 13 febbraio indetto dai metalmeccanici FIOM e dalla Funzione Pubblica CGIL.