L’assessore Massimiliano Grufi replica ad un articolo uscito nei giorni scorsi a firma del gruppo “Città dell’uomo”.
“L’occasione mancata – spiega Grufi – è stata quella di non starsene zitti invece di lanciarsi in calunnie e dichiarazioni ipocrite sull’attività preziosa del Centro Mondiale della Poesia e della Cultura e soprattutto sul ruolo da protagonista che ha avuto in questa vicenda l’on. Franco Foschi, senza il quale non esisterebbe lo stesso Centro e senza la cui attività di direttore del Centro Nazionale Studi Leopardiani per ben 20 anni non sarebbe stato così noto nel mondo il nome del sommo poeta”.
“Sconcertante è come alcuni personaggi politici, che ogni tanto ritornano, non si rendano conto della lungimiranza dell’on. Foschi che, anche grazie alla sua attività parlamentare, riuscì a presentare, come primo firmatario, la legge ‘Leopardi nel mondo’. Una legge con il cui finanziamento il Centro riuscì a veicolare il pensiero e la poesia di Giacomo e con essi il nome di Recanati. Oggi, dopo la scomparsa dell’onorevole, Ferdinando Foschi e Fabio Corvatta sono chiamati a portare avanti un progetto sicuramente impegnativo e di grande responsabilità, l’uno come presidente del Centro Mondiale della Poesia, e l’altro quale presidente del Centro Nazionale Studi leopardiani”.
“Solo chi ancora oggi è accecato dall’odio non percepisce l’importanza di tale progetto e non attribuisce capacità a chi legittimamente dirige tali enti. Probabilmente questo stato d’animo di coloro che si affrettano a fare tali dichiarazioni è lo stesso di quanti, anni or sono, si dibattevano per sostituire l’allora direttore del Centro o perché qualche Ministro non visitasse l’ente leopardiano o ancora perché il Comune non avesse alcun rapporto con il Centro medesimo”.
“Questo stesso atteggiamento portò l’allora Amministrazione comunale, di cui vari esponenti di ‘Città dell’Uomo’ facevano parte, a non realizzare nulla di importante per il bicentenario della nascita del poeta, se non l’opera principale e pressoché unica di quella stagione politica: la piazza, peraltro di discutibile fattezza. Naturalmente gli stessi signori non gradiscono che il Comune versi un contributo, peraltro utilizzato per gran parte per sostenere le spese fisse, per un progetto che non controllano, quando con la stessa somma si potrebbero finanziare organizzazioni di parte e di un unico colore politico”.
“Infine, sembra alquanto ipocrita parlare del progetto che, secondo questi signori, avesse l’on. Foschi: quello di trasferire presso il Centro tutte le associazioni culturali del territorio. Peccato che tale proposito rispondesse allora all’intento di chi oggi scrive come ‘Città dell’Uomo’ e non a quello di chi intendeva costruire un luogo di studio e di confronto dialettico nel nome della poesia quale strumento per realizzare la pace tra le genti. Certo, se si pensa di realizzare così quel percorso, credo siamo lontani da quel proposito ancora profondamente valido”.