Di Massimiliano Grufi, assessore alle Politiche Giovanili e Sport

Sono ormai abituato a leggere più volte una nota di carattere pubblico, qualunque sia il suo contenuto, prima di rispondere, sempre che ritenga di doverlo fare.grufi3

Questo atteggiamento è il frutto della convinzione, maturata nel tempo, che nell’immediatezza si è soliti rispondere d’impulso, probabilmente senza sapere fino in fondo se sia giusto o meno dire certe cose e quali possano essere le conseguenze di determinate dichiarazioni, quindi senza la necessaria riflessione su quanto letto.

Nel caso dell’articolo uscito a nome del movimento giovanile “Su la testa”, ho ritenuto di dire alcune cose, con la massima sincerità e non rispondendo al “precetto” usato in politica, secondo il quale “una eventuale risposta non farebbe che dare valore e quindi credito all’avversario”, con la consequenziale scelta, seguendo tale indicazione, di non rispondere affatto.

Siccome invece ho sempre ritenuto che il dibattito politico costituisse le fondamenta di una sana democrazia e che soprattutto in politica non ci siano “nemici”, ma appunto portatori di diverse idee e progetti con i quali confrontarsi, intendo fare alcune riflessioni proprio con coloro che, aderenti al movimento suindicato, si affacciano all’impegno amministrativo come il sottoscritto ha fatto dieci anni fa, in seno ad un partito di ispirazione cattolico-popolare ed “in punta di piedi” rispetto ad un mondo per me allora sconosciuto e ad un percorso da intraprendere, per chiunque, a dir poco arduo.

Sono innanzitutto contento che nuova “linfa” si avvicini all’impegno politico-amministrativo.

In realtà ritengo che si stia aprendo una nuova stagione non solo in politica ma anche nella società laddove giovani e meno giovani sentono il bisogno di ritrovare le ragioni di un impegno, ma con un profondo senso di verità e trasparenza nell’affrontare le cose che solo attraverso una nuova spiritualità può effettivamente concretizzarsi.

Quello amministrativo non è un percorso qualunque, richiede non solo un’approfondita conoscenza delle problematiche legate ai principali settori della città, ma anche una conoscenza sempre maggiore della macchina amministrativa che costituisce poi lo strumento attraverso il quale realizzare quegli obiettivi prefissati con l’auspicio che essi possano rappresentare le risposte adeguate alle diverse esigenze collettive che si manifestano.

Perché ciò si verifichi è importante avere sin dall’inizio il giusto atteggiamento di apertura verso la società e verso tutti coloro che possono essere utili alla propria formazione affinché si possano “leggere” le effettive esigenze e costruire le dovute risposte. Tale atteggiamento è quell’umiltà che spesso ci evita di dire cose affrettate senza avere la certezza della veridicità delle stesse.

Allo stesso tempo ciò equivale ad avere un atteggiamento “aperto”, mai aprioristicamente contro qualcuno o qualcosa e dunque criticamente propositivo dinnanzi alle questioni amministrative che si è chiamati ad affrontare, sapendo di non possedere la verità assoluta rispetto ad una soluzione specifica e soprattutto essendo consapevoli di non possederla per un tempo indeterminato, allorquando le esigenze dovessero cambiare e con esse anche le risposte da dare ad un problema.

Ecco allora che le critiche avanzate dai ragazzi, pur legittime e rispondenti al desiderio di migliorare sempre e comunque la propria città, non sono scevre da poca informazione né da considerazioni basate su dati non veri e comunque fuorvianti nella rappresentazione della politica amministrativa della nostra città.

Gli ultimi due anni sono significativi per la mole di lavori appaltati e realizzati, relativamente al rifacimento di strade ed alla realizzazione di marciapiedi.

Tutto ciò è vero e per un giovane dovrebbe costituire elemento di soddisfazione vedere migliorare la propria città e non invece di accusa strumentale alludendo ad un fine politico legato alle elezioni.

D’altra parte, chi ha seguito da vicino l’amministrazione conosce anche i motivi per cui un milione di euro circa sia stato destinato ai lavori in conseguenza dei danni provocati dall’alluvione di qualche anno fa e che precedentemente erano stati destinati alle strade facendo slittare interventi di almeno un anno.

Allo stesso tempo, chi conosce la pubblica amministrazione sa anche come le finanziarie dei diversi governi abbiano bloccato gli investimenti con un patto di stabilità sempre più stringente e come solo nel 2008 l’amministrazione comunale abbia avuto somme rilevanti a disposizione.

Altro elemento di riflessione è la mancanza di una struttura sportiva.

In questi dieci anni l’amministrazione ha investito più di un miliardo di vecchie lire all’anno per l’impiantistica sportiva, cosa che non è mai avvenuta prima. Diverse volte ho parlato dell’ultimazione del palazzetto, della messa a norma e realizzazione dei servizi dell’impianto principale della città, lo stadio Tubaldi, del sintetico del campo Farina, della pista ciclabile e dei diversi campetti polivalenti sparsi per la città, come dei lavori frequenti presso le palestre scolastiche.

Oggi però c’è una nuova necessità che è quella di trovare un ulteriore spazio per alcune discipline importanti e siamo impegnati a realizzare questo comune obiettivo. Però la serietà di ognuno dovrebbe portare a dire che tanto si è fatto ma che purtroppo c’è ancora da fare per rispondere alle nuove esigenze e non limitarsi ad uno sterile attacco sulla mancanza di interventi che invece sono stati rilevanti e oggettivamente dimostrabili.

Lo stesso vale per le strutture ludiche.

Alcuni anni fa non esisteva la biblioteca comunale con sala lettura, sala video e sala per ragazzi, né il servizio Informagiovani, come non esisteva uno spazio importante quale la ludoteca.

Il comune ha investito in modo rilevante per la realizzazione di tali spazi.

Tuttavia abbiamo incontrato un problema relativo ai lavori effettuati dalla ditta e siamo chiamati oggi a ripristinare una situazione complessa, in via di risoluzione, pensando anche ad un’ipotesi gestionale che possa essere efficace.

Non voglio addentrarmi nelle politiche a favore delle associazioni, dei circoli attraverso contributi, progetti e quant’altro.

Certo, che ogni cittadino di buon senso può da solo comprendere l’importanza dei Centri Leopardiani nella politica culturale della nostra città ed i riscontri a livello internazionale che Recanati ha sempre avuto durante la gestione dell’on. Franco Foschi, grazie al quale il nome di Leopardi, e con esso quello della città, ha varcato i confini appunto nazionali raggiungendo paesi in ogni parte del mondo.

Con questo mio intervento volevo solo testimoniare come quella giusta passione, quella determinazione con la quale un giovane affronta nuove sfide, sentimenti che sicuramente appartengono ai giovani recanatesi, debbano però essere accompagnate da un equilibrio e da un atteggiamento virtuoso, quell’atteggiamento che la società civile sembra ricercare in coloro che si prestano a servire il proprio paese, la propria regione o la propria comunità.