Di Silvana Magini, coordinatrice Cittadinanzattiva TDM

Cittadinanzattiva Tribunale per i Diritti del Malato si fa carico di esternare il grave disagio che i cittadini recanatesi stanno subendo per l’avvenuta trasformazione nel Reparto Medicina Generale delle 5 camere cosiddette a pagamento, in normali corsie a due posti letto. La decisione, sembra essere stata presa in gran segreto tant’è che noi, che facciamo in ospedale una presenza di due giorni settimanali, ce ne siamo accorti a cose fatte.

E’ pur vero che non necessariamente in ospedale debbano esserci camere riservate a pagamentom, ma, poiché da tempo immemorabile esistevano, sarebbe stato vantaggioso per l’utenza che venissero conservate, e ne elenchiamo le ragioni.

Non siamo in uno stato dittatorial-comunista ove, per forza, si deve vivere nel modo scelto dalle istituzioni, nel nostro caso si è costretti a vivere la malattia in comune; poiché ogni persona ha una sua filosofia della vita è in diritto di decidere come spendere i propri risparmi, se vuole cioè, anziché acquistare beni di conforto, usare il denaro per attenuare i disagi causati da malattie (l’intramoenia insegna).

Non si hanno, a Recanati, nel regime ordinario di degenza, camere singole ove poter collocare malati gravi, a volte allo stato terminale, i quali, hano bisogno di assistenza continua e magari della presenza dei propri cari, cosa intuibilmente impraticabile in corsie a letti plurimi.

La nostra Zona Territoriale non dispone di un istituto quale l’Hospice ove affrontare un percorso di malattia irreversibile salvaguardando al meglio la qualità della vita, nel costante rispetto della dignità della persona, prendendo, al contempo, anche in cura i familiari;

Per quanto detto, soprattutto per l’ultima ragione sopra esposta, ciò che è dtato fatto a danno dei cittadini recanatesi non fa aumentare la percezione di inadeguatezza del Sistema Sanitario Pubblico, in particolar modo di quello gestito dalla nostra regione. La decisione di togliere i 5 posti letto in camere separate a pagamento, è stata presa senza tenere in nessuna considerazione i dettami delle legge regionale 13/2003, in particolare dell’art. 24 che recita “la regione promuove la consultazione di cittadini e delle loro associazioni, con particolare riferimento alle associazioni di volontariato e quelle di tutela dei diritti, concernente il riordino e la programmazione dei servizi, nonché le modalità di verifica dei risultati conseguiti”.

Questo nostro intervento vuole sollecitare la Conferenza dei Sindaci della zona 8 affinchè diano voce ai bisogni della collettività nel campo dei servizi socio assistenziali che la già citata legge le affida.