Finora non ho ritenuto indispensabile intervenire in merito alla questione dello sfratto dell’ Associazione Ginnastica Artistica di Recanati, poiché già sollevata in maniera esaustiva dagli addetti ai lavori.
Purtroppo e a malincuore, però, tale problematica mi coinvolge direttamente poiché mia figlia frequenta i corsi di questa palestra già da diversi anni, anche se non a livello agonistico. Ma questo è ben poco importante. Ed è stata la visione della foto della mia bambina, apparsa ieri tra l’altro a mia insaputa, a generare l’emozione e la conseguente volontà di prendere parte pubblicamente a questo argomento.
La mia testimonianza è innanzitutto per evidenziare la serietà, la professionalità e la passione di chi dirige e collabora per quest’associazione sportiva. E per un genitore tali caratteri sono estremamente considerevoli qualora decide di affidare, comunque ad estranei, i propri figli per diverse ore alla settimana.
Il disagio che ci sta creando tale situazione di “sfratto” è davvero intollerabile a livello di “gestione” delle lezioni e quant’altro. Ma voglio sorvolare quelli che sono i sacrifici, le difficoltà e i fastidi di noi genitori sorti da tale problematica, perché i veri e i diretti perdenti in questa storia sono loro: i bambini! Quei bambini che non vedono l’ora che arrivi la fine della giornata scolastica per essere accompagnati in palestra a sfogarsi sugli attrezzi! Sono loro che si stanno preoccupando di dimenticare la preparazione tecnica di anni, di perdere opportunità di partecipare alle manifestazioni per divertirsi e misurare le capacità acquisite e di lasciarsi scappare tanti momenti sereni della vita.
Ora non possono usufruire di nulla se non di un tappeto e poche ore di allenamento, e soprattutto lo stanno vivendo senza quello spirito gioviale che li accompagnava sempre, per la mancanza delle attrezzature in dotazione nella palestra. Faccio un esempio banale di un giocatore di pallone che all’improvviso si trova senza più campo di calcio e quindi costretto ad allenarsi in un qualsiasi pavimento. Mi dispiace ma non è la stessa cosa…Non può essere la stessa cosa!
Il suddetto intervento non nasce per criticare, polemizzare o denunciare qualcosa o qualcuno.
E’ un semplice “appello”.
E’ un appello da parte di chi come me crede nella forza dello sport che genera emozioni e sensazioni uniche, dell’importante funzione sociale che acquisisce a qualsiasi grado e sotto qualunque forma e per la sua capacità di migliorare la propria persona, naturalmente non intesa sotto solo l’aspetto fisico.
E’ un appello di chi come me si trova coinvolta in questa pessima esperienza ed è per appoggiare mia figlia e tutti gli altri bambini che desiderano, con tutto il cuore e con la testardaggine tipica dell’infanzia, di continuare a frequentare questo sport assolutamente non “minore” per importanza. E di riprenderlo in breve con quello sguardo curioso, esuberante e di sfida verso se stessi e verso gli altri!
E’ un appello del solito cittadino comune, quello famoso che paga le tasse, convinto che l’Amministrazione Comunale debba intervenire in maniera soddisfacente e puntuale al risolvi mento di queste problematiche.
Questo appello egregio Sindaco è rivolto personalmente proprio a Lei, a chi può seriamente e tempestivamente decidere le sorti del futuro prossimo delle nostre ma anche sue ginnaste e concittadine Recanatesi.