In un'intervista resa a Martino Martellini per il Resto del Carlino, il sindaco Corvatta, nonchè Presidente del Centro Nazionale Studi Leopardiani, traccia il futuro del centro stesso e auspica una rapida soluzione per il riconoscimento da parte dell'UNESCO del Colle dell'Infinito come patrimomio dell'umanità. Ecco il testo dell'articolo-intervista.

-Il paesaggio che lo sguardo abbraccia dal Colle dell’Infinito potrà presto essere tutelato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. E’ questa una delle tante novità che provengono dall’universo leopardiano attraversato da una vera e propria 'rivoluzione' che ha investito i luoghi e le stesse istituzioni che mantengono viva la memoria del grande poeta recanatese. Fabio Corvatta è il sindaco di Recanati e l’inevitabile dedizione alla figura del suo concittadino più illustre l’ha appena portato ad essere nominato anche presidente del Centro Nazionale Studi Leopardiani.
Presidente Corvatta, il Centro è in attività dal 1937 e ha contribuito a promuovere la figura di Leopardi nel mondo. Quali sono oggi i vostri obiettivi?
"Il Centro continua quella che è la sua naturale vocazione: la gestione di una collana di pubblicazioni, la cura dei rapporti internazionali con la definizione e la firma dei protocolli di intesa con gli studiosi leopardiani dei vari paesi del mondo. A queste attività vanno aggiunti alcuni progetti particolarmente importanti: la prima traduzione in inglese dello ‘Zibaldone’, l’istituzione di una cattedra curricolare all’università Suor Orsola di Napoli, la sistemazione della struttura che ospita il Centro e che in futuro dovrebbe ospitare anche il museo leopardiano».
Sembra esserci un grande fermento intorno alla figura di Leopardi ma fino a poco tempo fa era in discussione la stessa sopravvivenza del Centro...
"Senza Franco Foschi e la contessa Leopardi oggi non avremmo più niente. La legge ‘Leopardi nel mondo’, la creazione del Centro mondiale della Poesia e della Cultura hanno portato per anni risorse e interessi a Recanati, l’impegno della contessa è stato determinante perché ai massimi livelli istituzionali non venisse dimenticata l’importanza del poeta italiano più conosciuto all’estero. Purtroppo il quadro normativo è cambiato con la privatizzazione degli enti e all’improvviso ci siamo trovati con appena 30mila euro l’anno per far funzionare il centro che solo per stare aperto costa 120mila euro".
Dove trovate i soldi per Leopardi?
"Intanto abbiamo cambiato la struttura del Centro allargando il consiglio di amministrazione a 70 persone. Non per regalare gettoni di presenza, perché soldi da dare non ne abbiamo, ma piuttosto per aumentare l’opera di sensibilizzazione intorno alla figura di Leopardi. Il Centro si è così aperto agli studiosi, alle imprese, al mondo della cultura marchigiana, all’istituzione accademica. Abbiamo nel cda dei testimonial di prestigio come Pietro Citati, Rosario Priore, Maurizio Scaparro, i vertici del Piccolo di Milano. Con questo spirito di ritrovato ottimismo per le sorti del Centro e con la testimoniata attenzione del ministro Bondi, ci accingiamo a completare l’organizzazione del convegno internazionale di fine settembre che per quattro giorni porterà a Recanati studiosi di tutto il mondo a trattare la 'Prospettiva antropologica in Leopardi'".
Tempo fa si era accesa la polemica intorno ad una possibile cementificazione del Colle dell’Infinito. Come è andata a finire quella storia?
"E’ andata a finire benissimo, abbiamo trasformato una minaccia in opportunità. Nessuna cementificazione del Colle, dopo una lunga mediazione con i proprietari di quelle aree siamo riusciti a varare un piano particolareggiato del Colle e delle zone comprese nel panorama che si gode dall’Infinito. Si recupera solo quello che già esisteva con una finalità di arricchire l’offerta turistica e l’attività rurale a tutela del paesaggio. Ormai tutti hanno capito che queste colline, questi panorami sono una grande opportunità turistica. Non vogliamo trasformare Leopardi in un brand ma certamente il poeta è stato il primo a capire l’universalità e l’umanità di questo paesaggio. Per questo la Regione Marche, la delegazione pontificia di Loreto, i Comuni di Loreto e Recanati hanno avviato tutto le procedure volte al riconoscimento di questi valori da parte dell’Unesco
".