Oramai sulla spiaggia di Porto Recanati l’argomento ha preso piede nel dibattito sotto gli ombrelloni: ci sono rischi per la sicurezza e l’ambiente con la realizzazione del rigassificatore al largo del litorale portorecanatese.

L’argomento interessa non solo quanti a Porto Recanati vivono di turismo e di mare ma anche i residenti dei centri vicini come Recanati, dalle cui colline, come al pari di Loreto, Potenza Picena, la Riviera del Conero, l’impianto, benché distante, sarà visibile ed andrà a mutare il panorama.

E per giovedì 24 luglio (ore 21.15, cortile ex scuole Diaz in corso Matteotti, a Porto Recanati), Sinistra Democratica organizza un incontro per saperne di più.

 

E parteciperà l’ing. Fabio Polonara, docente universitario ed estensore del Piano Energetico ed Ambientale della Regione Marche). Interverrà il consigliere regionale di SD, Massimo Binci.Il progetto è stato presentato da uno dei maggiori attori dell'energia in Europa, Gaz de France (gruppo che produce, trasporta, distribuisce e vende gas, elettricità e servizi per circa 14 milioni di utenti) alla Regione che ora si è riservata di valutare la proposta, di concerto anche con le forze politiche e con i sindaci dei Comuni interessati.

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Ma cosa prevede il progetto di Gaz de France? In sostanza si tratta di una "centrale" posta in mare aperto a circa 30 chilometri dalla costa. La centrale trasformerà il gas allo stato liquido trasportato da apposite navi, di nuovo allo stato gassoso (di qui il nome di rigassificatore). Il progetto francese, nello specifico, prevede due ipotesi sulla collocazione del rigassificatore: o su una nave ancorata al largo di Porto Recanati (una struttura quindi semi-mobile) o una struttura fissa, una sorta di piattaforma. La prima, però, sembra al momento quella preferita dalla Regione. In un primo momento Gaz de France aveva puntato l’obiettivo su una piattaforma al largo di San Benedetto, ma non se ne è fatto più nulla.

«Dal punto di vista ambientale - spiega l'assessore all'Energia, Gianni Giaccaglia - i rigassificatori, soprattutto se realizzati su navi ancorate, sono poco impattanti, ma in ogni caso dovremo confrontarci anche con i Comuni interessati. Per le Marche di tratterebbe del primo impianto di rigassificazione. Vantaggi per la Regione dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico? Stiamo ancora valutando il progetto di Gaz de France». Ieri del progetto si è fatto cenno anche nel corso della riunione di maggioranza e al momento l'ipotesi sembra non trovare oppositori, anche se i partiti di maggioranza vogliono ovviamente approfondire la questione. «I rigassificatori - dice ad esempio il capogruppo di Rifondazione comunista, Giuliano Brandoni - sono previsti anche nel Pear. Una proposta che siamo pronti a discutere». E Stelvio Antonini, coordinatore regionale di Sinistra democratica dice che sulla questione «non ci sono pregiudizi da parte di Sd».

Una proposta per la realizzazione di un rigassificatore utilizzando piattaforme dismesse a largo delle coste marchigiane era stata avanzata due anni fa dall'Eni: allora si parlava di una capacità produttiva di otto miliardi di metri cubi l'anno e di una distanza dall'impianto dalla costa di 15-30 chilometri.