Di Silvano Scavella, presidente AN Recanati

Il rapporto tra cultura e sviluppo economico non è certo la scoperta dell’acqua calda. Cultura ed economia sono due mondi da sempre strettamente legati l’uno all’altro. Ma solo negli ultimi anni si è rafforzata l’idea secondo cui il rapporto di causa-effetto tra, cultura e sviluppo economico, può considerarsi vero anche all’inverso, intendendo dunque la cultura come elemento capace di creare nuova ricchezza. Paradossalmente questa consapevolezza oggi si accompagna ad una  drastica diminuzione delle risorse destinate alla cultura soprattutto da parte di Stato e Regione. Anche il nostro Comune dunque, si è trovato a far fronte ad una crescita del valore della cultura in termini di complessità e incidenza per il benessere della comunità, in condizioni di sempre maggiore  responsabilità e criticità. L’identità di Recanati, è il suo patrimonio culturale ed artistico. Il legame inscindibile tra la città e la sua storia è talmente forte da non avere bisogno di essere rimarcato. Purtroppo, il patrimonio di Recanati  è stato spesso vissuto come un problema, un limite, un ostacolo, piuttosto che come ricchezza e come immagine di cui andare fieri ed orgogliosi. Recanati, come tutte le città a vocazione turistico-culturale, è sottoposta a sfide competitive senza precedenti. Sfide che derivano direttamente dal processo di globalizzazione e che investono il suo ruolo di città di cultura e di fulcro letterario. Sono sfide molto impegnative che saranno vinte solo se la città saprà valorizzare, con un grande progetto moderno, coerente e sostenibile,  le risorse e le potenzialità che derivano dalla sua identità, unica e profonda. La globalizzazione si può governare positivamente solo con il rifiuto di ogni logica di omologazione, di sradicamento delle identità e delle appartenenze e questo vale anche per Recanati, dove il processo di modernizzazione deve essere finalizzato non a negare, ma a rendere più forte una tradizione dai valori universali. Non si è ancora trovata la giusta misura che possa rimuovere gli elementi di negatività, facendo finalmente decollare il patrimonio storico, culturale, architettonico e museale della città come un vero motore di sviluppo. La nuova classe dirigente che  assumerà il compito e la responsabilità di guidare la città per il prossimo lustro, sarà quindi obbligata ad essere ambiziosa negli obiettivi, nella visione del futuro, nelle scelte strategiche e di posizionamento. Ciò significa innanzitutto investire sull’identità di Recanati come importante città di cultura e d’arte, valorizzando quella vocazione internazionale che è iscritta nei suoi valori universali, nella sua dimensione di capitale della poesia, della musica e dell’arte. Un progetto che coinvolga le migliori energie ed i migliori cervelli disponibili ad un impegno per il bene comune e  che reinterpreti Recanati come luogo di stratificazione culturale e di fusione delle diversità di oggi, così come accaduto nei secoli della sua storia. La salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico/culturale della città, avrà come obiettivo la riappropriazione dell’identità e del senso di appartenenza dei cittadini e quindi di orgoglio e di amore per la propria storia. Si tratta di una scelta strategica in favore di una visione nuova della città e del territorio da parte dei suoi abitanti che consolidi, specie nelle nuove generazioni, un interesse e un amore che sfoci nel rispetto del proprio patrimonio, nell’attenzione al trasformarsi in senso moderno, nell’apertura all’Europa.  Impegniamoci quindi a sgombrare il campo da un pessimismo generico e qualunquista che coniuga  ritardi, emergenze contingenti, debolezze strutturali e tramonti prossimi venturi con due certezze di fondo, l’ottimismo della volontà che riteniamo essere dalla nostra parte ed il pessimismo della ragione che è di casa altrove.