“Perseguitato per avere fatto del bene”, è quanto ha sostenuto in una intervista a Rosalba Emiliozzi del Messaggero, Silvino Guzzini, ex presidente della BCC di Recanati.
Di seguito, dal Messaggero di Lunedì 7 luglio, il botta e risposta, con un Guzzini che pare avere le idee chiare sul suo futuro.
«La banca l’ho creata io, l’ho presa che era fallita, l’ho fatta crescere e prosperare. Sono stato ripagato con accuse infondate da persone che volevano il potere assoluto».
A parlare è Silvino Guzzini, 80 anni, quinta elementare, di professione «contadino», fautore della crescita della Banca di credito cooperativo di Recanati, la “sua” banca fin quando non è stato sfiduciato dalla carica di presidente. Silvino Guzzini parla della vicenda giudiziaria che lo vede coimputato di truffa con Giuseppe Scoccia per aver disposto il pagamento di una fattura di 40 mila euro a fronte di lavori di giardinaggio e derattizzazione nelle 12 filiali della Bcc. Per la seconda volta il Pm ha chiesto l’archiviazione del caso ritenendo non dimostrabili le accuse. E per due volte la banca ha fatto opposizione, riportando di nuovo all’attenzione del Gip la vicenda, che si discuterà l’11 novembre. Ancora quattro mesi sulla graticola della giustizia, dopo due anni di accuse e veleni.
Signor Guzzini, si sente perseguitato?
«Sì, mi sento perseguitato, ma allo stesso tempo sono tranquillo perché non ho fatto nulla di male, ho la coscienza pulita».
Eppure è stato ipotizzato che siano stati commessi illeciti, pagamenti per prestazioni inesistenti.
«Quando ho disposto il pagamento della fattura verso Scoccia nessuno, nella banca, mi ha detto che c’erano problemi nelle prestazioni. Ho firmato migliaia di bonifici e autorizzazioni per pagamenti senza mai avere problemi e con Scoccia ho seguito la stessa procedura: non dovevo certo essere io, da presidente, ad andare a verificare i lavori».
Allora perché tanto accanimento?
«Forse perché ho fatto troppo del bene, alle stesse persone che mi si sono rivoltate contro. Simone Marconi, Giancarlo Palmieri li ho fatti entrare io in banca e con me hanno fatto carriera».
Lei ha fatto diventare grande la Bcc...
«Con me la banca in 12 anni ha aperto 12 sportelli, quando arrivai io c’erano solo 12 dipendenti, quando me ne sono andato erano 101, con tantissimi nuovi clienti e un numero di soci passato da 50 a più di 2.000. Sono sempre stato a disposizione di tutti, di clienti e associazioni a cui ho dato contributi benefici. Nessuno ha dovuto mai fare anticamera, ricevevo ovunque, anche per le scale o sul pianerottolo. Ero il presidente buono, non quello che guarda dall’alto in basso».
Tornerà un giorno a fare il presidente?
«Io non tornerò più, ma ho intenzione di appoggiare una persona capace di fare il presidente. Ho già il nome».
L’avvocato Giancarlo Nascimbeni, che difende Guzzini, chiederà l’anticipazione dell’udienza «perché si tratta di una persona stanca, anziana e stressata da questa vicenda: non può aspettare due anni per conoscere la sua sorte, soprattutto quando un Pm attento e rigoroso con il dottor Andrea Laurino ha chiesto per ben due volte l’archiviazione».